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Linkedin ha un problema che cerca di nascondere?

Qualcosa si è rotto dentro Linkedin?

I problemi arrivano da lontano. A febbraio 2016, Linkedin aveva diffuso la trimestrale del 4° Trimestre 2015. Nonostante avesse battuto le attese di profitto e fatturato, il prezzo dell’azione era crollato rovinosamente. In quel momento i problemi di Linkedin erano probabilmente diventati evidenti anche agli azionisti di allora.

Come vedremo, poi anche Microsoft, a ottobre 2018, aveva capito cosa dovesse migliorare dentro Linkedin.

Gli utenti attivi di Linkedin crescono troppo lentamente.

Fino a quando sono stati rilasciati i dati ufficiali, il valore percentuale di utenti attivi in un mese, rispetto al totale degli utenti di Linkedin, ha continuato a scendere, trimestre dopo trimestre. Questo accadeva perché il numero totale di utenti attivi mensili cresceva troppo lentamente.

Nella tabella successiva ho raggruppato alcuni dati delle trimestrali di Linkedin dal 2014 al 2016 e i pochi dati disponibili negli anni successivi, da quando Linkedin è di Microsoft.

  1. Gli utenti attivi almeno una volta al mese, espressi in milioni.
  2. Il totale degli utenti di Linkedin, in milioni.
  3. La percentuale di utenti attivi almeno una volta al mese, rispetto al totale degli utenti.
  4. La crescita dei nuovi utenti, con la percentuale di nuovi utenti rispetto al trimestre precedente.

Da quando Linkedin è stato acquisito, a fine 2016, non dichiara più gli utenti attivi mensili. Per questo, gli ultimi dati con il “?” sono stime che girano in rete.

Trimestre e anno3° 20144° 20141° 20152° 20153° 0154° 20151° 20162° 20163° 20161° 20172° 20183° 2019
Utenti totali332347364380396414433450467500575645
Utenti attivi al mese90939797100100106106106300 ?320 ?330 ?
% utenti attivi27.126.826.625.525,324,224,523,622,760 ?55,7 ?51, 2 ?
% nuovi utenti6.14.54.94.44,24,54,63,923,77

I problemi di Linkedin evidenziati dai dati della tabella precedente e dal grafico successivo:

  • I dati con il “?” sono stime che girano in rete, e secondo me, sono numeri enormemente sovrastimati. Se fossero veri, vorrebbe dire che, di colpo, la percentuale degli utenti attivi sarebbe esplosa dal 22,7% a oltre il 50% degli utenti totali di Linkedin.
  • Si vede chiaramente che la percentuale di utenti attivi di Linkedin, fino a quando esistevano dati ufficiali, ha continuato a diminuire costantemente, trimestre dopo trimestre. I dati rilasciati nel terzo trimestre 2016 davano solo il 22,7% di utenti attivi. Gli utenti attivi mensili, in valore assoluto, sono stati fermi a 106 milioni per tante trimestrali.
  • Fino a quando Linkedin ha rilasciato i dati degli utenti attivi, la crescita percentuale dei nuovi utenti, rispetto al trimestre precedente, ha continuato a diminuire.
  • La crescita del totale dei nuovi utenti procede costantemente in linea retta. Tuttavia, la crescita lineare di Linkedin non è sufficiente per tenere il passo di molti dei suoi concorrenti.
Grafico degli utenti attivi mensili e degli utenti totali di Linkedin.

Forse, uno dei motivi, di questa stagnazione degli utenti attivi, è stata la perdita di molte funzionalità utili dei gruppi. Mentre i concorrenti, Google e Facebook in testa, hanno continuato a migliorare.

Confrontiamo gli utenti attivi, almeno una volta al mese, nei vari social network:

Senza considerare le applicazioni di messaggistica, che secondo me non sono esattamente dei social network, la classifica diventa un po’ più corta e realistica.

Secondo Statista, gli utenti attivi mensili, dei maggiori social network, a ottobre 2019 sono stati:

  1. Facebook (USA) 2.414 milioni.
  2. YouTube (Google, USA) 2.000 milioni.
  3. Instagram (USA) 1.000 milioni.
  4. QZone (Tencent, Cina) 823 milioni.
  5. TikTok (ByteDance, Cina) 500 milioni
  6. Weibo (Sina Corp, Cina) 486 milioni.
  7. Reddit (USA) 330 milioni.
  8. Twitter (USA) 330 milioni.
  9. Douban (Cina) 320 milioni.
  10. Sanpchat (USA) 314 milioni.
  11. Linkedin (USA), 310 milioni (stima di statista) La mia stima è invece intorno ai 200 milioni, ovvero massimo il 30% degli utenti totali di Linkedin.
  12. Pinterest (USA) 300 milioni.

Questa era la situazione nel 2016.

  1. Facebook 1.790 milioni.
  2. YouTube oltre 1.000 milioni.
  3. Instagram circa 400 milioni
  4. Twitter circa 320 milioni.
  5. Linkedin 106 milioni.

Dal 2016 al 2019, anche con le stime generosissime di Statista, la distanza degli utenti attivi mensili di Linkedin dai primi sembra essere molto aumentata. Se invece le mie stime fossero quelle più vicine alla realtà, Linkedin sarebbe messo molto peggio nella classifica.

Il CDA di Microsoft ha finalmente capito che Linkedin senza gli utenti attivi non ha futuro.

Nella comunicazione del Board of Director di Microsoft del 16 ottobre 2018, a pagina 38, viene introdotta una nuova metrica, le sessioni Linkedin. Questa metrica influirà sui premi in azioni che andranno al CEO Nadella e altri top executive.

Le sessioni Linkedin sono definite come: il numero di volte che un membro visita Linkedin da mobile e da desktop, con intervalli di inattività di 30 minuti.

Da ora in avanti, nell’arco di tre anni, dal 2018 fino al 2020, il CDA vuole vedere un miglioramento degli utenti attivi su Linkedin. Se le metriche saranno soddisfatte al termine dei 3 anni, nel 2020 saranno pagati gli incentivi.

Piano incentivi Microsoft

Evidentemente, le mie critiche erano giuste. Questa decisione del CDA di Microsoft conferma che Linkedin, se non vuole essere schiacciato dai concorrenti, deve fare crescere il numero di utenti attivi. Io lo avevo capito e scritto già a Febbraio 2016, a fine 2018, se ne sono accorti anche in Microsoft.

Spero solo che questa volta Linkedin non cerchi di aumentare i dati degli utenti attivi con trucchetti, fastidiosi e inutili. Aver capito il sintomo della malattia di Linkedin non significa averne capito la cura. Detto con una metafora: se la febbre di Linkedin sarà ridotta solo con bagni nel ghiaccio, il sintomo per un po’ sparirà ma poi tornerà peggio di prima.

I punti di forza che conserva Linkedin.

Linkedin sta mostrando agli investitori che il fatturato e gli utili sono in forte crescita. Quindi, anche con relativamente pochi utenti attivi, non soffre per ora né con il fatturato né con gli utili.

Sembrerebbe molto positivo anche il numero di pagine visualizzate dai suoi utenti, con dati in forte crescita.

Il CEO Jeff Weiner, commentando i risultati nel 4 trimestre 2015, aveva dichiarato:

  • Il numero di pagine visitate è cresciuto del 26%, anno su anno.
  • Le pagine visualizzate, da utenti unici, sono cresciute del 17%, anno su anno.
  • Gli utenti unici sono cresciuti del 7%.

Ma allora perché a febbraio 2016 ci fu un enorme crollo del valore dell’azione?

I numeri positivi di visite delle pagine erano falsati?

Avevo notato strani cambiamenti nel funzionamento di Linkedin e li avevo commentati molto prima del crollo dell’azione a febbraio:

  • Avevo notato che nei nuovi gruppi Linkedin per fare le stesse cose di prima, dovevo fare più click.
  • Le notifiche inutili aumentavano.
  • Sembrava che la scarsa attenzione di Linkedin nel proteggere gli utenti e i gruppi da alcuni tipi spam, fosse fatta per cercare di aumentare le visualizzazioni di pagina.
  • Che dire poi dei tentativi discutibili per attirare i 13enni su Linkedin.
  • In quel periodo, scorrendo fino in fondo un articolo su Linkedin Publishing, caricava automaticamente il post successivo come fosse un nuovo articolo ricercato e letto. Con questo sistema, poteva succedere che contasse due articoli come letti, anche quando era stato letto solo il primo articolo.

Il mercato aveva forse recepito questo tipo di strategie come palliative, e non aveva gradito.

Dare l’impressione di cercare di offuscare il numero di utenti attivi, con i numeri delle visualizzazioni di pagina “forzati”, può portare più danni che benefici. Alcune di queste strategie rischiano di infastidire e allontanare gli iscritti.

La percentuale media degli utenti attivi al mese non era stata nemmeno rilasciata da Linkedin trai i dati della quarta trimestrale del 2015. Questo potrebbe aver contribuito ad aumentare le ansie degli investitori.

Il futuro di Linkedin dipende da quanto sarà utile ai suoi utenti.

La domanda che molti si fanno è: a cosa serve Linkedin? La risposta più semplice sarebbe: serve a trovare lavoro. Tuttavia, credo che in pochi sarebbero d’accordo.

Dopo qualche mese dalla pubblicazione di questo articolo, Linkedin è stata acquisita da Microsoft. Purtroppo, dopo due anni, Linkedin non è in crisi solo nella quantità di utenti attivi. I dati mostrano che anche la soddisfazione dei suoi utenti è la più bassa nel suo settore. Linkedin nella classifica ha sempre la più bassa soddisfazione dei clienti statunitensi. Molte delle ultime modifiche introdotte da Linkedin sono giudicate da molti utenti come un peggioramento rispetto al passato.

Se non riuscirà a continuare a coinvolgere, proteggere e motivare i suoi utenti, i problemi si moltiplicheranno e si estenderanno ovunque. Gli utenti attivi rimarranno stagnanti e gli iscritti non saranno soddisfatti, la sua utilità e attrattività scenderà inesorabilmente.

Di sicuro Linkedin ha ormai quasi distrutto i gruppi e i risultati si vedono. I motivi di questa ostilità nei confronti dei gruppi provengono principalmente dall’attuale modello di business e in parte da necessità politiche. Però i numeri parlano chiaro, si è arrivati all’80% di utenti che non andava più su Linkedin nemmeno una volta al mese. Oggi Linkedin non fornisce più questi dati, o meglio, fornisce solo quelli che gli fanno comodo, ma credo che non sia migliorato molto.

A chi è utile Linkedin?

Alcuni sono arrivati alla conclusione che Linkedin non serva a niente. In effetti, per alcuni tipi di iscritti, Linkedin può essere solo un’ulteriore perdita di tempo. Invece, per la maggioranza dei professionisti e degli imprenditori Linkedin può essere utile professionalmente.

Tuttavia, molti ritengono che l’investimento non valga i benefici che potrebbe portare. Oppure, preferiscono investire il loro tempo altrove. Come dargli torto, gli utenti di Linkedin sono sotto l’assedio dei professionisti dello spam, del clickbait e del guerrilla marketing.

Nonostante questi problemi, Linkedin è ancora un’azienda di successo. Questa crisi spero servirà a fare un po’ di pulizia e di chiarezza al suo interno, per poi poter tornare più forte di prima.


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Enrico Filippucci
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