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A chi è servita Garanzia giovani? Un bilancio deludente

Garanzia Giovani, secondo il nostro sondaggio non ha garantito nemmeno i giovani.

Il 1º maggio 2014 è partita in Italia l’iniziativa europea Garanzia Giovani. Youth Guarantee è il “programma europeo per favorire l’occupazione e l’avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro”.

“Garanzia Giovani” è il nome dato in Italia a un provvedimento nato nel 2013 a livello europeo, con il nome internazionale di Youth Guarantee.

Sono arrivati miliardi da spendere, quasi tutti saranno dati alle regioni con maggiore disoccupazione giovanile. Speriamo che questi soldi non finiscano sprecati o peggio, come successo in passato con i soldi dati per iniziative simili alle regioni.

L’implementazione del programma differisce da regione a regione. In alcune regioni sono stati coinvolti i privati in altre ci si appoggia solo sui tradizionali centri per l’impiego.

Per ora si può dire che stanno provando qualcosa per la disoccupazione giovanile, ma se hai più di 30 anni la garanzia Europea è sicuramente scaduta!

1- Partiamo da un’approfondita relazione su Garanzia Giovani:

Questo è quello che dice, dopo nove mesi di analisi, il Prof. Michele Tiraboschi, Ordinario di Diritto del lavoro Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia:

Garanzia Giovani è operativa in Italia da nove mesi. Un tempo ancora breve ma, comunque, sufficiente per formulare un primo bilancio.
I risultati non sono allo stato lusinghieri e, anzi, è percezione diffusa, tra i giovani prima ancora che tra gli esperti e l’opinione pubblica, che si tratti dell’ennesimo fallimento delle politiche del lavoro in Italia.

Un dato su tutti: solo il 3 per cento dei giovani presi in carico dai servizi competenti ha sin qui ricevuto una qualche forma di risposta dal piano Garanzia Giovani in termini di lavoro o comunque di offerta formativa o di stage.

Si può anzi dire che in molte Regioni, di regola quelle con i più alti tassi di disoccupazione e dispersione giovanile, Garanzia Giovani non sia ancora neppure partita, rivelandosi al più occasione per convegni e per l’apertura di nuovi siti internet pubblici che non funzionano e che non mettono in contatto domanda e offerta di lavoro.

Prof. Michele Tiraboschi, Ordinario di Diritto del lavoro Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Questo la relazione di ADAPT sui risultati di Garanzia Giovani in Italia.

In Italia garanzia giovani è stato un mezzo fallimento.

La conferma è arrivata a marzo 2017, con la relazione sui risultati delle politiche europee sulla disoccupazione giovanile:

  • In Italia solo il 31% dei ragazzi coinvolti ha trovato un posto di lavoro.
  • Invece, ad esempio, in Francia il 90% dei giovani coinvolti ha trovato un posto di lavoro.

2 – Il fallimento di Garanzia Giovani a livello nazionale, sembra confermato dai risultati del nostro sondaggio:

Il sondaggio è iniziato dopo sei mesi dall’inizio di Garanzia Giovani ed è durato da maggio 2014 a dicembre 2017.

Dopo avere partecipato a garanzia giovani, hai avuto qualche risultato?

  • No, ma è da poco che ho iniziato. 7,9% (15 voti).
  • No, ed è da molto tempo che ho iniziato. 88% (168 voti).
  • Forse si, a qualcosa è servita. 1,6% (3 voti).
  • Sì, ma ho fatto solo esperienza senza nessun guadagno. 1,6% (3 voti).
  • Sì, ho anche iniziato a guadagnare i primi soldi. 1% (2 voti).

Voti totali 191.

I risultati di questo piccolo sondaggio sono sconfortanti. Quasi nessuno dei giovani ha avuto benefici da questa costosa iniziativa. Gli unici che ci stanno entusiasticamente guadagnano sono alcuni intermediari che beneficiano di questo mare di denaro, forse sprecato.

Sembra invece che in Lombardia garanzia giovani abbia funzionando meglio.

Ad esempio, a novembre 2015 erano stati attivati nel mercato del lavoro 34.787 giovani, ma la maggioranza di questi contratti sono tirocini. Credo che molte delle assunzioni dell’Expo siano state fatte rientrare nell’iniziativa Garanzia Giovani.

3 – Garanzia Giovani è servita a fare arricchire i soliti “fortunati” intermediari.

Il grosso dei 1,5 miliardi stanziati finisce alle agenzie interinali (fino a 3.000€ a contratto) e alle aziende private (fino a 6.000€ a contratto). I ragazzi contattati sono solo 80mila, ma i compensi vengono distribuiti anche per quelli che si registrano e quelli presi a carico prima ancora che gli venga proposta un’opportunità di impiego. Dal Fatto Quotidiano del 10-5-2015.

Le cifre che stanno guadagnando questi intermediari sono enormi, secondo il Fatto Quotidiano, solo Manpower starebbe guadagnando, cifre molto superiori agli 8 milioni di euro dichiarati pubblicamente. Queste cifre fanno riferimento solo alla prima parte dell’iniziativa.

Questi “fortunati” intermediari non fanno facili guadagni solo con i giovani. Alcuni di questi intermediari prendo cifre simili anche per molte delle persone che finiscono in mobilità. Quasi sempre non c’è modo di rifiutare i loro, spesso inutili, servizi di outplacement e farsi dare i soldi nell’ultima busta paga. Per qualche strano motivo i loro servizi di outplacement sono blindati nella procedura di mobilità aziendale.

4- Informazioni emerse nelle discussioni sulla “Youth Guarantee” condivise nei nostri gruppi Linkedin:

  • Chi chiede i soldi per aiutare i giovani a usare la “Youth Guarantee” è un truffatore, è già pagato dallo stato.
  • Chi dice che ha fatto assumere tanti ragazzi con garanzia giovani è quasi sicuramente un millantatore che cerca “clienti” giovani per ricevere le sovvenzioni pubbliche.
  • In molte regioni è difficile persino fare un tirocinio gratuito.
  • I commenti a vari post su questa iniziativa, nel nostro gruppo di oltre 133.000 iscritti, sono quasi tutti commenti molto negativi.

5 – In Italia e in Europa non esiste solo il problema della disoccupazione giovanile.

Il bilancio è drammatico anche per i lavoratori over 44, ti consiglio di leggere questo articolo per capire perché in Europa non si riesce a risolvere il problema della disoccupazione.

Non solo esiste il problema ma la politica e i giornali ignorano i dati che mostrano il dramma della disoccupazione in tarda età.

Con le iniziative mirate non si va lontano, incentivando solo alcune fasce di età si penalizzano le altre. Spesso sono iniziative costose, che in passato hanno dato grossi benefici solo a chi gestisce i fondi Europei. Purtroppo, anche il bilancio finale di garanzia Giovani, se escludiamo l’effetto Expo in Lombardia, sembra scarso.

Se avete esperienze dirette, lasciate la vostra testimonianza con un commento.

A presto.


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Grazie
Enrico Filippucci
Enrico Filippucci. Profilo X in

6 commenti su “A chi è servita Garanzia giovani? Un bilancio deludente”

  1. Il problema è che per il momento, almeno in Umbria, il progetto sembra essere stato attivato solo per le persone fino a 24 anni; per la fascia 25-29 bisognerà aspettare almeno sei mesi, stando a quanto scritto nel sito del centro del lavoro.

    Questo secondo me esclude una grossa fascia di possibili destinatari (me incluso).

    Qualcuno sa se è così in tutta Italia? Perché se fosse realmente così, sarebbe l’ennesima presa in giro, anche perché, come scritto anche nei commenti precedenti, chi ad esempio ha finito di studiare 2-3 anni fa a 23-24 anni e non ha ancora trovato lavoro, verrebbe automaticamente escluso

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    • Posso forse chiarire il senso dei limiti dell’iniziativa (tra i 15 e i 29 anni), con l’obiettivo di far riflettere.

      Sebbene 15 anni possano sembrare uno scandalo per noi che abbiamo leggi che sembrano fatte apposta per farci discutere del sesso degli angeli, questa è un’iniziativa Europea, che come tale deve tener conto delle legislazioni di tutti i Paesi UE. Qui in Olanda, ad esempio, è perfettamente legale (ci sono anche contratti appositi) che i ragazzini comincino a guadagnarsi qualcosa andando a sistemare gli scaffali dei supermercati.

      In Italia è impensabile, lo so, ma solo perché le nostre leggi, invece di andare incontro a chi magari ha davvero bisogno (e questi ragazzini NON ne hanno, ve l’assicuro), preferiscono creare falsi ideali di purezza e legalità.

      Uno speciale contratto tutelato per legge avrebbe risolto il problema del lavoro minorile anche in Italia, ma se non siamo in grado di far rispettare i contratti per i lavoratori adulti, chi si sarebbe preso la briga di tutelare i ragazzini?

      Il secondo limite, 29 anni, è ancora basato su considerazioni di ambito europeo, non italiano. Sempre qui in Olanda i ragazzi cominciano a farsi una famiglia (con bambini e tutto) seguendo ritmi e tempi molto più naturali (se credete che sia normale cominciare ad avere bambini a 40 anni come facciamo in Italia in attesa della casa, della posizione adeguata…).

      Avere 25 anni e due bambini, e vivere come cavolo viene è cosa normalissima, ma c’è il problema che un giovane così non sarà in grado di far crescere i pupi senza un lavoro.

      Insomma, la preoccupazione è per i pupi, che altrimenti i servizi sociali prenderebbero in affidamento (e sono autentiche carogne, al riguardo), e quanto costerebbe così la disoccupazione dei genitori? Oltre ad aver creato una generazione di orfani per legge! Dopo i 29 anni, in Europa il problema non è così grave, in genere uno ha già abbastanza esperienza da riuscire a trovare un’altra occupazione (qualunque cosa) in tempi accettabili.

      Dunque il punto è questo: è una legge dell’Europa per l’Europa. L’Italia (e la Spagna, il Portogallo, la Grecia) ha una realtà sociale e lavorativa diversa, e per questo la legge (questa, ma tante altre) si applica poco e male a noi. Son soldi che ci manderanno, se ne spenderanno pochi, torneranno indietro, e poi dovremo pure sentirci dire che non siamo capaci di questo o quell’altro.

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    • Grazie Marco,
      non conoscevo il bando della regione Lazio, il bando è ora chiuso, lo riapriranno? Ho sostituito l’articolo, con il Link diretto al bando della regione Lazio, credo sia migliore, li si vede subito se eventualmente lo riapriranno.

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  2. Per quel che ne so (testimonianze di amici e conoscenti) è una bufala…mal strutturata e fortemente favorevole ai “sogetti accreditati”. Enti privati di vario genere, pagati per fare “orientamento” (nel Lazio percepiscono circa 35 euro all’ora per 4/8 ore di formazione per ogni giovane o per veri e propri corsi in media di 150 ore) e “tutoraggio lavorativo” (con alti rimborsi nel caso in cui venga posto in essere un contratto di lavoro, ma comunque con una quota fissa del 10% rispetto ai rimborsi).

    Ovviamente gli enti privati non hanno un interesse così forte a proporsi presso le aziende e a promuovere candidature, è già cospicuo il guadagno che ottengono “a prescindere dal raggiungimento dell’obiettivo”. Solita stortura italica.

    Altro problema, chiedo scusa se esco dal seminato. Nel Lazio (non so se in altre regioni è stato già attivato) sono state appena pubblicate le graduatorie per il “Contratto di ricollocazione”, una sorta di garanzia giovani over 30. Sono state “selezionate” 2000 persone over 30 con almeno un anno di disoccupazione da inserire in questo progetto, identico a garanzia giovani. L’iter è lo stesso: percorso “suggerito” dal Cpi/patto di servizio/formazione presso enti privati…

    L’unica differenza (ma non ne sono sicuro) è che con il contratto di ricollocazione il candidato percepisce un rimborso di circa 8 euro per ogni ora di formazione. Situazione davvero preoccupante, soldi pubblici (italiani o fondi europei che siano) usati in un modo così “sbilanciato”.
    Grazie Enrico, sempre post stimolanti!

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