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Le nuove regole del gioco nel mondo digitale valgono per tutti.

Il bello del nuovo mondo digitale: ribaltare le posizioni di forza.

Il brutto è che è molto più facile perdere la propria posizione di forza. Non esiste più un business sicuro nel mondo digitale, dal singolo lavoratore, alla piccola società di Taxi, fino alla grande Corporation, siamo tutti siamo sotto assedio. Chi non lo ha ancora capito se ne accorgerà presto. La lotta nella giungla digitale si trasferisce nel modo reale. Il nostro mercato e il nostro lavoro possono passare a qualcun altro molto più facilmente che in passato.

Molti, come me, se ne sono accorti sulla loro pelle. Molti, come me, hanno capito le nuove regole del gioco e hanno iniziato a giocare.

Chi ha inventato o meglio reinventato le regole della competizione aziendale?

Ecco alcuni dei protagonisti:

Insieme a molti altri hanno riscritto le regole della competizione tra le aziende.

Questi nuovi giganti dell’era digitale Google, Facebook, Apple, Amazon, Alibaba e gli altri noti o meno noti, hanno fatto una ulteriore piccola ma significativa modifica alle regole del gioco. Da qualche anno sono entrati in guerra totale soprattutto tra di loro, e senza esclusione di colpi.

Oggi forse, la battaglia più dura e divertente è forse quella tra Facebook, Google e Amazon, al loro comando ci sono ancora i fondatori di queste società e hanno preso la sfida in modo molto personale. Non si divertono a fare giochini tra ricchi annoiati, come la Coppa America di vela, dove Oracle gioca a fare il “reuccio”. Larry, Mark e Jeff si attaccano senza tregua, ovunque.

Chi invece ha subito, almeno inizialmente, questo nuove regole del gioco sono stati?

Ad esempio: Microsoft, IBM, HP, Xerox, Sony, News Corp e molti altri hanno inizialmente perso alcune battaglie importanti.

Di conseguenza, anche molti dipendenti di queste società, dalle grandi Corporation fino alle più piccole società di Taxi, sono stati costretti a percorrere nuove strade.

Il gioco preferito nella giungla digitale.

Partiamo da qualcosa di divertente.

Piccoli segnali di una battaglia che diventa sempre più personale anche direttamente tra i grandi fondatori. Guardate come viene definito Mark Zuckerberg nelle ricerche fatte su Google. Viene fuori questo riquadro del Knowledge Graph di Google, cercando Mark Zuckerberg su Google.

Mark Zuckerberg Google Search

Il Knowledge Graph di Google ci dice che la professione di Mark Zuckerberg è “computer programmer”. A me risulta che Mark abbia fatto qualcosina in più dopo. Forse non sta simpatico a qualcuno o forse qualcuno vorrebbe che tornasse a fare il programmatore. :-)

Passiamo a qualcosa di più serio, le nuove regole del gioco.

La strategia preferita tra i leader di mercato era collaborare e competere tra loro, ora la strategia preferita è diventata soprattutto invadere il settore dell’altro. Apple e Samsung continuano a competere e a collaborare ma i profitti del settore SmartPhone di Samsung sono crollati. Samsung da metà 2014 fa più profitti dal settore semiconduttori che dai suoi SmartPhone. Samsung è rimasta principalmente nel mondo dell’hardware, i profitti del software vanno per ora soprattutto a Google e Apple negli SmartPhone.

Il mondo del software è il più promettente e il più selvaggio.

Ad esempio, Google ha fatto il suo social network migliore con YouTube e Facebook ha risposto entrando nel settore dei video su internet, prima dominato praticamente solo da YouTube. Google ha risposto togliendo da YouTube la possibilità di connettere il proprio account Facebook all’account YouTube. Jeff Bezos ha trasformato Amazon in un social network e ha creato il suo ecosistema mobile indipendente.

La vera battaglia è sulla pubblicità, sull’eCommerce e sui dati degli utenti. Facebook sta profilando e vendendo tutti i dati che gli utenti gli regalano ogni giorno, sia per fare pubblicità mirata sia per cerca di vendere di tutto. Questi sono veramente Big Data, il nuovo oro di internet. Così facendo, Facebook cerca di colpire al cuore Google e Amazon. Ma ci sono anche i piccoli, pensiamo a Uber e altri modelli simili.

La più grande ricchezza si trova nel software, chi controlla il software ha i dati e con i dati i desideri e gli occhi del mondo. I social network sono parte integrante di questa rivoluzione digitale, Facebook, Linkedin, YouTube, Amazon e molti altri, stanno invadendo tutti i settori tradizionali.

Per il momento sul software mobile sembrano in vantaggio Google e Apple, ma tutti vogliono la torta mobile, quindi ci saranno molte novità. Facebook, Amazon e Microsoft saranno anche loro in lotta per la loro fetta sul mobile. Le collaborazioni recentemente si fanno mal volentieri, solo se costretti quando si è già persa una grossa battaglia.

Chi perde può sempre sperare di ribaltare la situazione. Ad esempio, vedremo cosa farà Microsoft, che dopo Bill Gates ha forse finalmente trovato in Satya Nadella il suo degno successore. Le ultime mosse di Microsoft sono state molto coraggiose e, a mio avviso, astute.

Nemmeno i produttori di Hardware sono al sicuro.

Le grandi corporation mondiali producono in casa l’hardware per uso interno. Non solo lo assemblano ma fanno produrre i componenti con le loro specifiche. Ad esempio, il nuovo standard per gli switch da 100G non lo ha creato Cisco ma Facebook.

Questo è stato possibile perché Facebook insieme ad altre aziende hanno permesso la creazione dell’Open Compute Project. OCP è un’organizzazione che condivide i progetti dei data center e delle componenti, prodotti dalle società aderenti. La missione di OCP è di creare il design e facilitare la produzione dell’hardware. Facendo in modo che i nuovi progetti di server, storage e data center, siano più efficienti, innovativi e scalabili.

Oltre a Facebook, i principali aderenti ad OCP sono: Intel, Nokia, Google, Apple, Microsoft, IBM, Seagate Technology, Rackspace, Ericsson, Cisco, Juniper Networks, Goldman Sachs, Fidelity, Penguin Computing, Hyve, QTC, Rackspace, Wiwynn, ecc. Quindi, una volta che i progetti sono condivisi, i costi si riducono e il progresso è più veloce. Il lato negativo per alcune aziende è che perderanno quote di mercato e si ridurranno i profitti.

Anche il passaggio dall’hardware proprietario al cloud sta impattando sulla produzione di hardware. Quando si elimina l’hardware proprietario per passare al cloud, le risorse hardware vengono sfruttate in modo più efficiente. In pratica, se un milione di aziende, con hardware proprietario, usano 100 milioni di processori, passando al cloud, forse serviranno 80.000 milioni di processori.

E noi, che cosa dobbiamo fare per sopravvivere in questa giungla digitale?

Di sicuro c’è già qualcuno che cerca o cercherà di prendersi anche il vostro mercato. I grandi spesso competono e collaborano con i piccoli.

Faccio alcuni esempi: Linkedin compete con gli head hunter ma collabora anche con loro. Linkedin ha appena comprato una società per fare formazione online per prendersi anche il business della formazione. Apple sta entrando in concorrenza diretta con i marchi del lusso.

Qualcuno farà sua la massima: se non puoi batterli unisciti a loro. Altrimenti, chi non reagisce o non si sposta su un altro mercato, viene travolto o gli lasciano solo le briciole.

Anche se fossimo noi quelli forti, come già detto, il discorso è lo stesso, nella giungla digitale nessuno è al sicuro. Possiamo fare tante cose, ma la cosa che di sicuro non possiamo fare è stare fermi. Se nemmeno questi grandi imprenditori si possono permettere di dormire sonni tranquilli, figuriamoci noi e il nostro piccolo orticello.

Questi, ad esempio, sono i cambiamenti che ha prodotto la rivoluzione digitale al settore vendite delle multinazionali e delle piccole aziende.

Quello che mi preoccupa è che alla fine di questa rivoluzione digitale e della sharing economy, le grandi Corporation potrebbero riuscire a controllare tutti i business in profondità. Forse a quel punto non lasceranno più spazi per piccoli imprenditori indipendenti. Questo rallenterebbe l’innovazione e la prosperità economica generale.

In generale però, non so dirvi cosa fare di preciso, ho capito che devo imparare e correre più veloce che posso. Nella giungla digitale creata dalla “Digital Revolution” nessuno è più al sicuro ma ci sono opportunità da cogliere.


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Enrico Filippucci
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