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Big Data: grande opportunità che rischiamo di perdere?

L’accesso alle opportunità dei Big Data è più difficile per le aziende italiane?

Questo articolo racchiude una storia, si è quindi sviluppato e è stato modificato con l’evolversi degli eventi.

Indice:

  1. Cosa sono i Big Data?
  2. Le imprese italiane escluse da alcune importanti gare internazionali.
  3. Svelato il mistero dell’esclusione dell’Italia dalle gare internazionali di ricerca a premi.
  4. Una risposta che aspettavamo dalla politica è arrivata ma non sembra sufficiente.
  5. Conclusioni a oggi.

1 – Cosa sono i Big Data?

Sempre più informazioni vengono memorizzate per essere analizzate. Non sono solo informazioni climatiche, economiche, scientifiche, commerciali, ecc., ogni giorno ognuno di noi produce dati. Tutta questa enorme mole d’informazioni viene definita complessivamente Big Data.

  • Quando le normali tecniche di analisi e gestione dei dati non riescono più a produrre risultati in tempi ragionevoli, si parla di Big Data.

I Big Data sono un settore in grande fermento.

Dalla definizione di Big Data si capisce che non è stato ancora del tutto risolto il problema. Non è facile analizzare enormi quantità di dati, sempre in crescita, per ricavarne informazioni utili. Tuttavia, l’analisi dei Big Data è necessaria per il progresso scientifico e commerciale.

  • I miglioramenti tecnologici fanno fatica a tenere il passo con il continuo aumento della mole dei dati memorizzati. Quindi la ricerca di nuove soluzioni è incessante. L’arrivo del cloud computing, e dei software come servizio, ha facilitato le analisi dei big-data.
  • Il risultato è che più passa il tempo e più siamo in grado di analizzare sempre maggiori quantità di dati. Ad esempio, le analisi di tutti i dati delle conversazioni pubbliche, presenti e passate, che avvengono sul web può aiutare le aziende a capire meglio i potenziali clienti, i concorrenti e i propri clienti. Di conseguenza, avremo sempre maggiori benefici dall’analisi dei dati. Nasceranno nuovi tipi di applicazioni, che sfruttano i Big Data, in settori prima impensabili.
  • Nonostante tutti questi miglioramenti tecnologici c’è ancora una enorme massa di dati che non si riesce ad analizzare o non si è ancora pensato di analizzare. Questi dati difficili da utilizzare vengono definiti Dark Data. Spesso sono dati non strutturati o sono enormi quantità di informazioni accumulate negli anni dalle imprese pubbliche o private. I Dark Data sono forse la parte più promettente dei Big Data, proprio per riuscire a sfruttarli si moltiplicano le iniziative e le gare per incentivare il loro utilizzo.

Le opportunità che rischiamo di perdere in Italia se non ci muoviamo.

Avendo lavorato per anni nel settore Storage e Server di IBM, conosco le soluzioni e le problematiche di questo settore. Non voglio parlarvi delle soluzioni e delle problematiche tecniche.

Lo sviluppo dei Big Data, oltre a essere una grande opportunità per il progresso scientifico e sociale, è una enorme occasione commerciale e una forte leva competitiva per le aziende.

I Big Data possono essere anche una grande opportunità per i singoli individui. Chi sarà in grado di trovare gli algoritmi di ricerca migliori per una specifica esigenza, potrà facilmente monetizzare il suo lavoro.

Gli italiani producono un fiume di dati senza fine.

Quotidianamente le nostre attività online generano una mole enorme di dati. I dati possono essere archiviati pubblicamente nel web o privatamente. Ad esempio, nel caso di Linkedin non tutti i dati che forniamo per essere divulgati sono resi pubblici, una parte è riservata a chi paga per vedere queste informazioni. Poi c’è un’altra parte di dati che noi vogliamo mantenere riservata e che può essere analizzata solo aggregando i dati in forma anonima.

C’è anche il problema dell’accesso all’enorme mole di informazioni prodotte da utenti e aziende. L’accesso ai Big Data per le imprese italiane è sempre più importante per competere.

Non porsi il problema di garantire un equo accesso, quanto meno ai dati prodotti in Italia, potrebbe costarci caro in termini di competitività e non solo.

2 – Le imprese italiane escluse da alcune importanti gare internazionali.

Si moltiplicano le iniziative per favorire l’accesso ai Big Data e per promuovere lo sviluppo di applicazioni e startup dedicate. Le gare sono spesso rivolte all’analisi dei Dark Data. Le imprese commerciali e pubbliche, che non riescono ad analizzare i propri Dark Data, cercano aiuto facendo delle gare pubbliche.

Purtroppo, noi italiani veniamo esplicitamente esclusi da queste gare internazionali e anche dall’accesso ai dati, compresi i nostri dati. Io non ho trovato esempi in cui abbiamo potuto partecipare direttamente, se qualcuno me li fornirà li inserirò.

Invece, ecco tre esempi di concorsi dove l’Italia viene esplicitamente esclusa:

a) Il concorso internazionale di Linkedin.

Linkedin ha lanciato dal suo blog una iniziativa per aprire i suoi dati, o più precisamente i suoi big data, ai ricercatori per la creazione di un Economic Graph. “Big Thinkers. Big Data. Big Opportunity: Announcing The LinkedIn Economic Graph Challenge“. Poi continua “LinkedIn’s vision is to create economic opportunity for every member of the global workforce“. Ero perciò felice quando ho condiviso questa iniziativa nel mio gruppo universitario di Pisa. Poi però, c’è scritto che è aperto ai soli residenti in USA. I dati che Linkedin mette a disposizione, solo ai residenti in USA, sono quelli che hanno fornito tutti gli utenti mondiali, italiani compresi.

b) Il concorso internazionale di IBM.

Rule B of Big Data for Social GoodPost
IBM Italia ti ha inviato un messaggio diretto su Twitter

Anche IBM, con Hadoop, ha fatto un’iniziativa simile “Big Data for Social Good Challenge. Purtroppo, solo l’Italia e altri paesi sono espressamente esclusi da questo concorso. Al punto 3-Bj del regolamento, IBM fa riferimento a leggi italiane o americane che escluderebbero l’Italia, Cuba, l’Iran, il Brasile, la Corea del Nord, il Quebec e la Siria da queste gare internazionali sui big data. Sto cercando di capire perché l’Italia è l’unico paese europeo escluso da IBM. Visto che ho lavorato per molti anni in IBM ho chiesto un chiarimento direttamente a IBM Italia e in USA a IBM Social Business. Un primo risultato è stato ottenuto, IBM Italia mi ha risposto con un messaggio diretto su Twitter: Questo è di sicuro un passo verso la soluzione di questo problema.

c) Il concorso internazionale di Google.

Un esempio del passato, la gara da 10.000.000 di $ di Google, la “Android Developer Challenge” del 2007. L’Italia fu esclusa insieme a Cuba, Iran, Myanmar, Quebec, Siria e Corea del Nord. Nel frattempo, dal 2007 a oggi Myanmar sembra avere risolto i problemi che la facevano escludere dalle gare di questo tipo, l’Italia no. Le FAQ del concorso, dove l’Italia veniva esclusa, sono state rimosse da Google ma ne è rimasta traccia nel gruppo di discussione su Android.

3 – Svelato il mistero dell’esclusione dell’Italia dalle gare internazionali di ricerca a premi.

Il mistero è stato svelato nel nostro gruppo universitario di Pisa, Il 21 novembre 2014 avevo inviato questo post che leggete, e che ora ho aggiornato, a tutti gli 8000 iscritti del mio gruppo universitario di Pisa, chiedendo aiuto. Il gruppo mi ha aiutato a risolvere il mistero.

Il problema è noto da anni ma è stato ignorato dalla politica. Ecco una inchiesta del corriere sulla gara di Google “Android Developer Challenge” del 2007. Si capisce dall’articolo del corriere che sui concorsi ci campano in tanti in Italia. Ringrazio Claudio Felicioli, capo della ricerca per una startup, per aver fornito il link all’articolo del corriere. Ringrazio ovviamente anche chi sta sostenendo questa piccola battaglia, condividendo e commentando questa iniziativa.

Le imprese americane non hanno tempo e soldi da perdere con la nostra burocrazia parassitaria. Come abbiamo visto, finora le multinazionali non hanno nemmeno mai commentato i motivi dell’esclusione dell’Italia dalle loro gare. Forse per non generare polemiche o per non infastidire il governo di turno. Nemmeno l’inchiesta del Corriere del 2007 ha ottenuto risposta da Google. Ci escludono dalle loro gare e basta, sarebbe troppo complicato e costoso per loro farci partecipare.

Sembrava impossibile ma qualcosa sta succedendo!

Forse qualcosa sta cambiando, i Social Network possono fare miracoli e riuscire dove nemmeno i normali quotidiani riescono a incidere. Però, i Social Network sono solo uno strumento, senza una sensibilità condivisa e senza la nostra passione non succederebbe niente.

La cosa tragica è che dal 2007 a oggi è successo di tutto ma da questo punto di vista non è cambiato nulla in Italia, i risultati si vedono. Per sfamare le nostre lobby ci ritroviamo sempre esclusi da tutte queste gare internazionali.

Cambiare i regolamenti dei concorsi a premi per non farci escludere dalle gare di ricerca internazionali sarebbe molto facile. I governi italiani fino a oggi hanno preferiscono tenersi buone le lobby.

A seguito di questa mobilitazione altri del gruppo universitario di Pisa e il mio amico Salvatore Cozzolongo, hanno inviato tweet ed e-mail ad alti rappresentanti del governo, compreso Renzi.

C’è stata una risposta dello staff di Renzi alla email del 22-novembre-2014 che ha inviato il mio amico Salvatore. Anche io ho le copie delle e-mail quindi è tutto verificato, vi terremo informati sugli sviluppi ulteriori.

4 – Una risposta che aspettavamo dalla politica è arrivata ma non sembra sufficiente.

Grazie allo sforzo della rete, ci sono state negli anni varie iniziative, articoli e petizioni su questo problema, noi abbiamo contattato IBM e sfruttato il nostro gruppo Universitario per diffondere il nostro messaggio fino alla politica. Alla fine, tutti questi sforzi congiunti sembra che un risultato lo abbiano portato.

Ecco la circolare del Ministero dello Sviluppo Economico che dovrebbe evitare le nostre esclusioni dai concorsi internazionali a premi.

Purtroppo, gli ultimi aggiornamenti ci dicono che quella che sembrava una soluzione non è ancora la soluzione, la risposta di IBM che aspettavamo è stata negativa. Non cambia niente con la circolare del ministero, sembra che rimaniamo lo stesso esclusi dai concorsi a premi internazionali e nel caso specifico di sicuro da Big Data for Social Good Challenge.

Ecco la risposta di IBM:

Risposta ibm e mie domande


La risposta di IBM che motiva l’impossibilità di rivedere i criteri di partecipazione è arrivata, la circolare del ministero dello sviluppo economico non è ancora sufficiente a risolvere il problema.

Di sicuro il problema dell’esclusione dell’Italia dai concorsi a premi non è risolto per IBM e credo che non sia risolto nemmeno per le altre multinazionali estere.

IBM è la più “Italiana” e la più attenta alle esigenze dell’Italia e lo so per la mia lunga esperienza diretta. Il messaggio implicito purtroppo sembra essere: la “normativa locale” è ancora da “terzo mondo”.

riposta finale IBM

5 – Conclusioni.

La possibilità di avere accesso ai dati e alle informazioni è sempre di più un grosso vantaggio competitivo, bello parlare di attrarre gli investimenti in Italia, ma la strada per rendere l’Italia un paese meno ostile per lo sfruttamento delle nuove tecnologie e per la sopravvivenza e la nascita delle start up è ancora lunga.

Il MISE ha fatto un tentativo di risoluzione del problema spinta dall’opinione pubblica che piano piano si sta svegliando ma è apparentemente fallito. Ho mandato per email questo articolo anche al MISE il 17-12-2014, non hanno mai risposto. Per il MISE è un problema risolto, invece non hanno risolto il problema, come dimostra il caso di IBM.

Purtroppo, il MISE non ha toccato il problema di fondo. Questa legge, come altre, è fatta soprattutto per garantire delle rendite di posizione a qualche corporazione. Noi stiamo provando a risolvere qualcosa, spero che a breve potremo riscrivere di nuovo questa conclusione.


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Enrico Filippucci
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