La BCE a marzo ha placato i mercati e sconfitto la deflazione?
Draghi ha impugnato di nuovo il bazooka contro la deflazione. Nella riunione della BCE di marzo 2106 Draghi è di nuovo riuscito a sorprendere e domare per ora i mercati. Aveva iniziato a tranquillizzare gli investitori nel mese precedente, dopo il panico di inizio anno. Le misure annunciate hanno poi sorpreso in positivo i mercati.
La BCE ha atteso che fosse assente Mr. Nein.
Questa decisione storica è stata presa senza la presenza di Weidmann. Per le regole interne alla BCE, toccava alla Germania rimanere fuori dalla riunione BCE. Così forse si è evitato che Weidmann potesse indebolire il messaggio persuasivo indirizzato ai mercati.
Rileggendo le dichiarazioni degli ultimi due anni del Presidente della Deutsche Bundesbank, Jens Weidmann, mi domando: è un Economista inetto o è un politico senza scrupoli?
Weidmann, in questi anni, non ha fatto altro che negare l’evidenza, per lui non sono mai esiti i rischi di deflazione. Secondo lui c’erano solo i rischi dell’agire per contrastare la deflazione e ridurre gli spread sui titoli di stato o i rischi di unire maggiormente l’Europa. Pur di riuscire a imporre le sue devastanti teorie economiche sull’Europa, ha provato a sfruttare le vie legali.
Lo stesso Draghi ha dichiarato, durante la conferenza BCE, che: la politica del “Nein” avrebbe portato l’Europa in una profonda deflazione. Tutti hanno capito a chi si riferisse.
Fortunatamente è stato in parte isolato sia dalla BCE che dalla maggioranza governo tedesco. Se avesse vinto Weidmann oggi celebreremmo il crollo dell’Europa sotto una forte spirale deflazionistica recessiva. Ci sarebbe stato così il fallimento di molti stati e una esplosione del tasso di disoccupazione.
Questo processo alla fine avrebbe potuto portare alle derive autoritarie di cui la Germania e l’Europa conoscono bene gli effetti.
Weidmann ci fa intuire le logiche che portarono la Repubblica di Weimar, che ebbe inizio nel 1919, a far sprofondare la Germania fino alla deflazione più terribile e poi al successo politico del suo dittatore. La sola iperinflazione, non era bastata, ci volle una forte deflazione per portare al potere il più folle dittatore psicopatico che l’Europa moderna abbia conosciuto.
Gli squilibri di una moneta unica senza una vera integrazione Europea.
E’ passato più di un anno e mezzo da quando ho scritto questo articolo sulla deflazione, ho aggiornato solo la foto per motivi tecnici ma non ho modificato nulla. Le cause dei rischi di deflazione, di cui ho parlato in quell’articolo e le responsabilità, sono sempre le stesse. Purtroppo, dopo quasi due anni, contro la deflazione non è stato fatto ancora abbastanza, il rischio deflazione esiste ancora.
I rischi di inflazione e le sciagure per la Germania che paventava Weidmann non sono mai esistiti. La Germania è rimasta un’isola felice, che accumula ricchezza, anche grazie all’impossibilità di far salire il cambio della sola Germania. Grazie a questo artificio valutario, la Germania produce squilibri commerciali esportando deflazione. Ma come ci insegna la Cina, alla lunga, gli squilibri commerciali diventano un problema anche per chi accumula la ricchezza.
Se la Germania avesse avuto ancora il marco o fosse stata realmente integrata in Europa, questi squilibri si sarebbero ricomposti. All’aumentare del surplus commerciale, il cambio sarebbe schizzato in alto e le esportazioni ne avrebbero sofferto, riequilibrando i disavanzi. Invece ora il surplus commerciale può magicamente continuare ad aumentare, nonostante gli squilibri che produce e nonostante le regole Europee non lo permettano. Ci vuole come minimo l’unione bancaria, ma non basta, dobbiamo arrivare a un Europa simile agli stati Uniti per durare.
L’Italia ha più colpe di tutti e non dobbiamo cercare scuse.
Ovviamente, le colpe sono condivise e, secondo me, l’Italia ha più colpe di tutti, sia per la disoccupazione che per come in Italia speriamo di risolvere i problemi più gravi. Non si può sperare che la sola BCE e l’Europa risolvano i nostri problemi, dobbiamo essere noi i primi a lottare in Europa e in Italia.
La politica italiana dei talk show è peggio della politica del Nein.
La politica dei talk show serve forse a portare voti ma non produce niente. Parafrasando il mio analista politico preferito, Maurizio Crozza, posso affermare: i talk show sono utili, servono ai deputati Europei per vedere che faccia abbiano i loro colleghi italiani.
Oggi raccontiamo il probabile successo della seconda giornata storica per la BCE di Mario Draghi, ma se la politica Europea non si deciderà a dargli una mano, anche questo sforzo sarà stato vano.