Indice del post:
- Il rapporto tra politici e consulenti.
- Una classifica personale dei migliori comunicatori tra i leader politici.
- Gli stili e le strategie comunicative dei politici italiani
1. Il rapporto tra politici e consulenti.
La comunicazione dei leader politici è il frutto di un lavoro di squadra. In un mio precedente post, che è stato molto apprezzato, ho raccontato per chi lavorano e cosa fanno i migliori spin doctor e consulenti di comunicazione politica. Dopo avere studiato e ascoltato le persone che aiutano i politici a comunicare e a fare le strategie politiche, vorrei analizzare le capacità comunicative dei singoli leader politici.
I consulenti politici possono fare quasi tutto ma non riescono ancora a sostituirsi ai politici quando parlano. Sui media digitali i professionisti della comunicazione potrebbero sostituirsi al politico per cui lavorano. Invece, usare un ghostwriter per un discorso è normale, nel caso di account social personali, andrebbe specificato chi scrive, altrimenti è una forma di raggiro.
Quando la differenza espressiva e tecnica tra il consulente e il politico è grande, si nota facilmente che chi si nasconde dietro un profilo social è un’altra persona. Anche se il professionista della comunicazione e il politico fossero molto simili, ci sono molti altri modi per scoprire chi sta comunicando, il più brutto è un errore. Quindi, se tu avessi scoperto che alcuni leader politici si fanno sostituire da altri per i loro commenti personali sui social, senza dirlo agli interlocutori, scrivi un commento.
Quindi, in una democrazia, è quasi impossibile trasformare un pessimo comunicatore in un leader politico capace di creare un largo consenso. Non è un caso che i leader politici più forti siano tutti buoni o eccellenti comunicatori, ma le differenze tra i leader sono comunque molte.
Questa mia analisi e la classifica finale sono soggettive ma si basano comunque su alcuni dati oggettivi, almeno per quanto riguarda la comunicazione digitale. Può essere un’occasione per approfondire l’analisi con il tuo contributo.
2. Una classifica personale dei migliori comunicatori tra i leader politici.
Questa è la mia classifica dei leader che hanno le capacità comunicative maggiori, ma non è detto che comunichino bene. Ovviamente, qualcuno non sarà d’accordo con questa classifica soggettiva, nel caso lo invito a commentare.
- Beppe Grillo, se ha un testo da recitare, ha le capacità comunicative maggiori. Senza un testo, può diventare logorroico e incomprensibile. Ora non è più il leader ma è il garante degli M5S.
- Giorgia Meloni comunica molto meglio da quando ha un nuovo spindoctor.
- Elly Schlein, se evita di parlare politichese è piuttosto brava.
- Antonio Tajani, un ottimo comunicatore istituzionale, rassicurante e coerente.
- Giuseppe Conte, un ottimo comunicatore istituzionale pacato nei toni ma aggressivo nei contenuti.
- Matteo Salvini è il politico più creativo nella comunicazione, ora semba vittima dei suoi stessi giochi comunicativi.
- Luca Zaia, con la sua calma, la sua ironia e il buon governo, in punta di piedi, potrebbe scalzare Salvini alla guida della lega.
- Carlo Calenda, discreto comunicatore ma troppo indeciso e volubile
- Matteo Renzi sarebbe il vero campione della comunicazione, in particolare di quella digitale. Purtroppo per lui, nella comunicazione verbale mi sembra evidente il suo ego strabordante che ormai lo penalizza.
- Luigi Di Maio comunica bene sia dal vivo che sui social ma fa ancora molti errori, non solo grammaticali. Sembra non capire le conseguenze di quello che dice.
- Enrico Letta bravo equilibrato sia nel verbale che sul digitale ma può migliorare su entrambi i fronti.
- Nicola Zingaretti, non è un grande comunicatore ma è capace di rassicurare e tranquillizzare, senza dire molto. La strategia può sopperire alle capacità.
- Silvio Berlusconi sarà stato sopravvalutato come puro comunicatore ma è stato comunque bravo.
- Pier Luigi Bersani sembra un ottimo comunicatore, forse il più bravo della vecchia guardia del PD ma forse è ormai fuori dai giochi.
- Angelino Alfano si è dimostrato un abile politico, forse come comunicatore non è tra i migliori. Secondo me è abbastanza bravo nella comunicazione digitale.
- Dennis Verdini un comunicatore verbale di talento. Gli manca la comunicazione digitale.
- Paolo Gentiloni molto capace e stimato ma non è un grande comunicatore. Credo che questa debolezza gli sia servita per essere accettato da Renzi come suo sostituto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
- Maurizio Martina, relativamente bravo ma io noto troppe stonature. Credo che questa sua debolezza lo abbia aiutato a essere scelto da Renzi come segretario del PD.
- Massimo D’Alema è molto abile come politico, una mente raffinata. La sua comunicazione verbale e facciale fa forse trasparire un senso di superiorità e può indebolire quello che dice. Molto più bravo nella comunicazione scritta che in quella verbale.
3. Gli stili e le strategie comunicative dei politici italiani
Silvio Berlusconi ha rivoluzionato la comunicazione politica italiana.
Quando si pensa a un grande comunicatore politico, molti pensano a Silvio Berlusconi. Gli avversari di Renzi, in un certo senso, usano come pretesto le capacità comunicative di Matteo Renzi per accostarlo a Berlusconi. Per alcuni sembra quasi che sia una colpa essere un buon comunicatore. La realtà è secondo me diversa.
Più che un politico, Berlusconi è stato un grande imprenditore e un ottimo venditore. La sua doti migliori sono:
- Il coraggio d’intraprendere imprese che molti credevano impossibili.
- La dote di capire le esigenze del mercato.
Molti ritengono che un ottimo commerciale debba essere necessariamente un ottimo comunicatore. Invece sono molto più importanti: la capacità di capire le esigenze e gli umori del cliente e l’intelligenza emozionale. Per inciso, rappresentanti commerciali e sales manager hanno bisogno anche di altre attitudini e competenze, prima fra tutte la dimestichezza con le tecnologie digitali.
Berlusconi ha sempre avuto una capacità straordinaria innata di anticipare le esigenze dei clienti. Però, come puro comunicatore, secondo me, non è eccezionale.
Una cosa è incontrare una o più persone, fargli domande, capire cosa desiderano e dire quello che vogliono sentirsi dire. Un’altra cosa è parlare a milioni di italiani diversi, senza il vero interlocutore che parla e ti risponde.
Come è nato il mito del Berlusconi comunicatore?
Si fa spesso confusione tra l’imprenditore e il comunicatore. Oltre alla capacità innata di capire gli umori, Berlusconi ha sempre avuto l’ossessione di capire i desideri dei clienti, del mercato e degli elettori.
Berlusconi possiede in Italia uno dei più grandi, se non il più grande, gruppo della comunicazione e della pubblicità. Come imprenditore ha investito molto in sondaggi e altri strumenti che gli avrebbero permesso sia di capire che di influenzare gli umori degli italiani. È stato il primo in Italia a fare i sondaggi dell’audience televisivo per vendere la pubblicità. Ai suoi tempi, in Italia, è stato un marziano.
Berlusconi capiva quello che desideravano i suoi elettori e lo comunicava grazie alle sue aziende, ai suoi consulenti di comunicazione e alla sua forza economica. Non comunicava benissimo, ma comunicava tantissimo, con schemi comunicativi ottimi, esattamente quello che i suoi elettori volevano ascoltare.
Non solo Berlusconi portò i sondaggi privati nella politica italiana ma portò e formò anche gli spin doctor. Ad esempio, il famoso contratto con gli Italiani firmato in televisione da Berlusconi, fu un’idea del suo spin doctor di allora. Secondo me Berlusconi lo presentò in modo sufficiente. Disse quello che volevano i suoi elettori e superò lo scetticismo promettendo che si sarebbe ritirato dalla politica se non avesse mantenuto tutte le promesse.
l punto debole di Berlusconi, la comunicazione sui social.
Credo che Berlusconi abbia temuto la comunicazione digitale come avversario delle sue televisioni. Mi sembra che la sua comunicazione digitale si limiti a Facebook e al sito del suo partito. La comunicazione è sicuramente fatta molto bene ma sembra di tipo istituzionale.
Un leader politico moderno deve sapere comunicare direttamente con la gente su internet e nei social. Ho l’impressione che Berlusconi abbia affidato la comunicazione digitale ai suoi collaboratori e ai compagni di partito. I suoi avversari sono molto migliorati rispetto a quando iniziò Berlusconi.
Per questi motivi, secondo me, Berlusconi non è stato un grande comunicatore. È stato, anche in politica, soprattutto un eccellente imprenditore innovativo, con le doti di un venditore capace e scaltro.
Matteo Salvini, senza Berlusconi non funziona più.
Salvini è un politico puro, credo sia un bravo comunicatore, sia sul verbale che sul digitale. Come comunicatore dal vivo, è meno bravo di Umberto Bossi negli anni di gloria. Matteo Salvini si impegna molto anche sul digitale con idee molto originali.
Al contrario di Bossi, Salvini cerca il consenso in tutta Italia. Salvini é famoso per le maratone televisive in ogni trasmissione disponibile. Ha riempito il web con le sue provocazioni e i suoi “selfie”. Essere sempre ovunque riduce forse la qualità della sua comunicazione e le provocazioni, non sempre aiutano.
Qualche dato più oggettivo e qualche esempio:
- La sua strategia digitale è massiccia ma forse strabordante. Ad esempio, dal suo account Twitter da marzo 2011 ha fatto oltre 18.400 tweet. È arrivato tardi su Twitter e lo ha inondato di tweet. Un altro esempio, che senso ha fare un viaggio in USA da Trump per farsi una foto con Trump se poi Trump dice di non sapere chi sia Salvini? Così, certe volte sembra sia quasi un troll più che un buon comunicatore.
- Anche il sito web personale di Matteo Salvini è ricco di contenuti, quasi tutti video e foto. Una maniera moderna di comunicare, io avrei messo anche post personali. In un certo senso il sito personale documenta la bulimia mediatica di Salvini. Dopo averlo visto ovunque in televisione e su internet, non mi viene la voglia di vedere un suo video sul suo sito web.
- Più interessante il sito web il populista che forse andrà a sostituire il giornale la Padania. I vari argomenti sono ampiamente trattati da un esercito di suoi collaboratori. Gli argomenti sono originali ma forse un po’ trash: L’INCAZZATO, IL BUONISTA, IL SAMURAI, LA STRADA, L’INVASIONE, IL TEATRINO, GGGIOVANI!, BELLO È BUONO, SEX & TRASH, BAR SPOR.
Le difficoltà di Berlusconi che ha sfruttato Salvini.
Una parte del successo comunicativo di Salvini è dovuto al crollo nelle capacità comunicative di Berlusconi e all’aiuto ricevuto dai giornali di Berlusconi. Per ora, i mezzi di comunicazione della galassia Mediaset stanno spingendo temi più utili a Salvini che a Berlusconi.
Anche saper sfruttare le debolezze delle strategie comunicative degli altri è un modo per comunicare bene. Salvini ha cavalcato i temi sollevati dalle televisioni di Berlusconi e ha adeguato il suo stile. Tuttavia, alla fine, essere l’uomo per tutte le stagioni, sottomesso a Berlusconi, ha indebolito la sua leadership.
Giorgia Meloni, un talento precoce che ha avuto il coraggio di tenere testa a Berlusconi.
Per le donne italiane è difficile affermarsi come leader politici, ci è riuscita Giorgia Meloni. Le capacità comunicative della Meloni sono ottime, Personalmente non sopporto il suo tono arrabbiato e urlato, fortunatamente non lo usa sempre ma lo usa anche troppo per i miei gusti.
Credo che Giorgia Meloni sappia comunicare molto bene al suo elettorato. Fortunatamente, al governo ha finalmente “ridotto il volume”. La sua recente ascesa nella coalizione di destra poteva essere soprattutto il risultato del declino di Berlusconi e degli errori di Salvini. Invece, ha dimostrato di essere un leader forte, indipendente e più simile a Draghi che a Orban.
Matteo Renzi, il più precoce nella comunicazione digitale.
Renzi è un politico molto astuto e un buon comunicatore. Renzi e Berlusconi hanno in comune la capacità di capire e accontentare gli elettori e il coraggio di osare.
Secondo me, Matteo Renzi è più bravo come comunicatore rispetto al miglior Berlusconi.
Se ci limitiamo alla sola comunicazione digitale, credo che Renzi sia il leader politico italiano più bravo. Si è imposto fino a vincere le primarie, prendendosi astutamente uno spazio nella comunicazione. Anche lui si fa aiutare molto ma, come minimo, dà l’impressione di comunicare personalmente sui social.
Credo sia portato per la comunicazione digitale e in particolare sui social, sembra capace di capirne le potenzialità e i meccanismi e credo abbia delle doti innate che in pochi hanno.
- Ad esempio, dal suo account Twitter sono usciti oltre 5300 tweet dal 2009, non eccessivi ma credo efficaci. Da notare che Matteo Renzi era già su Twitter da gennaio 2009, nessuno dei leader politici italiani ci è arrivato prima.
- Il sito web personale di Renzi è esemplare, molto curato e accattivante. Il sito, oltre alle news della dettagliata rassegna stampa, ha una moderna newsletter che è anche il suo blog. Intelligentemente ha preferito creare una categoria separata nel sito per le sue infografiche.
Strategicamente Renzi è bravissimo nel sapere attirare l’attenzione, nel crearsi dei nemici per compattare le truppe e nel capire gli umori. Come Berlusconi sa scegliere i migliori consulenti e ne utilizza molti. Ad esempio, si avvale costantemente di Filippo Sensi e altri talenti italiani, ma per il referendum si è affidato principalmente a un guru americano della comunicazione politica.
Come puro comunicatore verbale potrebbe migliorare. Mi sembra che nella comunicazione verbale Renzi tenda, a strafare, sia in quantità che in intensità. Renzi è già bravo e sta migliorando. Gli darei un 9 per la comunicazione digitale e un 8 per quella verbale.
Purtroppo, credo che abbia deluso enormemente le aspettative che lui stesso aveva creato, rovinandosi quella che sembrava una carriera politica straordinaria. A questo punto, politicamente credo che debba aspettare molto tempo prima di poter sperare di tornare in vetta. Purtroppo, mi sembra che non abbia nemmeno imparato la lezione. Sapere comunicare bene non basta per essere un politico di successo.
Beppe Grillo, il campione della comunicazione verbale.
Grillo è un attore comico, la sua eccezionale capacita comunicativa verbale e corporea sono indiscutibili. Beppe Grillo è capace di intrattenere per ore migliaia di persone da solo, senza annoiarle. Gianroberto Casaleggio gli aveva dato il megafono digitale e la strategia politica, la loro unione ha prodotto un risultato straordinario.
Lo svantaggio di Grillo è che ha meno capacità politiche e di interpretazione degli umori. Ad esempio, certe volte ha comunicato benissimo concetti che hanno terrorizzato gli elettori. Come comunicatore politico diventa spesso strabordante e noioso. Tuttavia, con un testo ben scritto, come puro comunicatore gli darei un 10, come comunicare digitale è molto bravo ma ho qualche perplessità.
- Il blog di Beppe Grillo è stato un enorme successo in tutti i sensi ma lì c’è il contributo di tutti e la direzione di Casaleggio.
- Ad esempio, Grillo è arrivato su Twitter con Renzi a Gennaio 2009 ma ha fatto 68.700 tweet. Non so quanti dei suoi 2,2 milioni di follower segua veramente questo fiume di tweet. Molte persone se fai troppi tweet, dopo un po’, ti silenziano. Poi eventualmente tornano di tanto in tanto.
Forse avrebbe bisogno di riconoscere i suoi limiti e forse di farsi aiutare un po’ di più da qualcuno di sua fiducia. Potrebbe essere Davide Casaleggio a ricoprire questo ruolo.
Luigi Di Maio, oltre al sorriso c’è un politico.
Sicuramente Di Maio rappresenta una novità nel campo politico italiano. Se c’è una cosa che sa fare sicuramente Di Maio è comunicare bene sia sui social che dal vivo. Certo, ha avuto qualche problema con l’italiano e i congiuntivi ma alla fine sta imparando. Non parla l’inglese ma ora è ministro degli Esteri, mi auguro che impari presto.
Però, la politica non è solo comunicare bene, ero molto scettico sulle sue capacità. Comunque, oggi il leader politico degli M5S è Di Maio e bisogna ammettere che per trovare compromessi e tenere il potere ha dimostrato delle capacità indiscutibili.
I sui errori comunicativi sono stati più sostanziali che di forma:
- Negare cose che poi vengono facilmente e prevedibilmente smentite. Spesso alle parole non seguono i fatti e certe volte va in contraddizione con sue comunicazioni scritte.
- Avventurarsi in azioni comunicative fallimentari. Ad esempio, dopo la rottura con Mattarella voleva una bandiera sui terrazzi a sostengo della richiesta di impeachment. La stessa richiesta di impeachment è stata un successo comunicativo ma un azione politica dannosa per l’Italia.
Nicola Zingaretti, un leader che non ama o non può comunicare.
Zingaretti ha un stile rassicurante e calmo. Tuttavia, dopo averlo ascoltato per qualche mese, non sono riuscito a capire cosa pensi veramente e cosa voglia fare veramente. Ho l’impressione che Nicola Zingaretti sia quasi sempre reticente, nei fatti mi sembra molto più bravo che con le parole. Quando sembra convinto e sicuro di qualcosa, cambia o è costretto a cambiare opinione. a dire il vero, quest’ultima caratteristica è comune a quasi tutti i politici italiani.
Sembra che Zingaretti non ami comunicare e che la comunicazione non sia il suo forte. Forse, la leadership di Zingaretti è il risultato del fallimento politico e dell’egocentrismo strabordante di Renzi. Quindi, non mi meraviglia che il nuovo leader del Pd sia l’antitesi di Renzi. Obbiettivamente, la reticenza di Nicola Zingaretti è giustificabile, infatti, qualsiasi cosa dica Zingaretti, Renzi è pronto ad attaccarlo direttamente o indirettamente. Quindi, non mi sorprende più di tanto che il nuovo segretario del PD sia fumoso.
Gentiloni, Martina, Mattarella e Alfano, il vantaggio di non eccellere nella comunicazione.
Maurizio Martina, il leader del Pd pro tempore.
Volendo pensar male, credo che Renzi lo abbia scelto come suo sostituto, oltre che per le sue doti, anche perché lo reputa debole nelle capacità comunicative. Il Partito Democratico è ancora in mano a Renzi, o quanto meno, la lotta per la segreteria del PD è aperta. Maurizio Martina comunica abbastanza bene, tuttavia certe volte lo trovo un po’ impacciato altre mi sembra non trovi il tono giusto. Forse deve solo fare pratica o forse non è nelle sue corde fare il leader politico.
Paolo Gentiloni, uno stile pacato e rassicurante.
Credo che l’opportunità di diventare premier dopo Renzi, sia stata determinata anche dalle sue non eccellenti doti comunicative.
Gentiloni, ha una comunicazione tranquilla e rassicurante. Tuttavia Gentiloni non ha l’energia trascinante che ci si aspetta da un leader politico. Questo può avere convinto Renzi a preferirlo, pensando forse che Gentiloni non sarebbe mai diventato un pericoloso competitor per la guida del partito.
Sergio Mattarela, un eccellente presidente con scarse capacità comunicative.
Secondo me, persino la scelta del Presidente Sergio Mattarella è in parte dovuta all’ossessione di Renzi di primeggiare nel cuore degli italiani. Mattarella, pur avendo grandi doti morali e politiche, è forse il politico italiano che comunica peggio.
Però, secondo me, la scelta di Mattarella e di Gentiloni sono state due ottime scelte. Ci sono doti più utili e importanti in un politico del saper comunicare.
Angelino Alfano, l’ex delfino ha fatto carriera.
Forse aveva ragione Berlusconi, Alfano non è un grande comunicatore e forse lo aveva scelto proprio per questo come delfino. Però Alfano, ha dimostrato un certo acume politico e da buon avvocato, sa anche essere convincente. Così, Alfano ha fatto una carriera politica senza Berlusconi e si è ritirato dimostrando una rara disciplina tra i nostri politici.
Quando comunica verbalmente, sembra forse un po’ ingessato e distante ma è chiaro e efficace. Nella comunicazione digitale è abbastanza a suo agio.
- Ad esempio, è arrivato su Twitter a maggio 2010, non comunica in modo eccessivo, ha oltre 5700 tweet ben fatti.
- Il sito web personale Di Angelino Alfano è secondo me un po’ bruttino e ha pochi contenuti come quello di Letta.
Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema, la storia del PD.
Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema sono due politici di razza. Credo che Bersani sia più bravo di D’Alema come comunicatore e forse per questo è stato scelto da D’Alema come su alfiere.
- Il punto debole di Massimo D’Alema sembra che sia la sua consapevolezza di essere intelligente e preparato, secondo alcuni tende a comunicare una certa saccenza. D’Alema è bravo nel fare strategie politiche, è bravo anche come scrittore. Ha un bel sito web personale con una rassegna stampa dettagliata e dove pubblicizza i suoi 13 libri. Sembra un paradosso ma credo che la comunicazione verbale non sia il suo forte. Sembra che non ami i social, si tiene alla larga dai social. D’Alema si dedica principalmente al ruolo che gli riesce meglio, quello di regista.
- Pier Luigi Bersani è un ottimo comunicatore anche nel mondo digitale e sui social. Ad esempio, Bersani è sbarcato su Twitter a giugno 2009, subito dopo Renzi e molto prima di Salvini e Letta, e comunica bene. Bersani ha anche lui un sito web personale dove c’è una dettagliata rassegna stampa. Bersani non pubblicizza i suoi libri sul suo blog. Attualmente è forse l’unica vero concorrente di Renzi nel PD.
Il rapporto tra D’Alema è Bersani mi ricorda per certi versi quello tra Grillo e Casaleggio.
Luca Zaia, se tutti urlano o esagerano si nota chi mantiene la calma e risponde con i fatti.
Non è ancora un leader di partito ma a destra potrebbe succedere quello che è successo a sinistra, dopo i deliri di onnipotenza di un leader egocentrico e strabordante, il partito e soprattutto gli elettori cercano un leader rassicurante, che agisca bene e cerchi di non litigare se possibile. Oggi Luca Zaia, rappresenta il vero pericolo per la leadership di Matteo Salvini dentro la Lega e nel centro destra.
Quando comunica, Luca Zaia non è infallibile, fa molti errori, ma è rassicurante e soprattutto autoironico. Ovviamente la comunicazione non spiega tutto il fenomeno Zaia, infatti il suo successo credo sia dovuto al suo ruolo di Presidente di Regione e al buon lavoro che sembra stia facendo in Veneto.
Enrico Letta, preparatissimo e competente, forse non un comunicatore completo.
Letta ha studiato da D’Alema e Bersani. È molto bravo, ma finora forse gli è mancato l’acume politico e la capacità di comunicare empaticamente. Il mondo digitale ha reso tutti molto più raggiungibili. Letta mi è sembrato irraggiungibile e lontano.
Ho avuto l’impressione che Letta comunichi molto bene con i capi di stato. Mi è sembrato che invece non comunichi altrettanto bene con la gente comune. Nonostante comunichi abbastanza in rete e sui social, la sua comunicazione mi sembra rimanga elitaria e distante. Per ora credo che il suo vecchio maestro Pier Luigi Bersani lo superi come comunicatore persino sui media digitali.
- Ad esempio, Enrico Letta è arrivato su Twitter solo a novembre del 2011. Il vecchio Bersani era su Twitter dal 2009, tra i leader politici di oggi solo Verdini è arrivato dopo di Letta su Twitter. Forse a Enrico Letta non piaceva il mondo digitale o forse non ne aveva compreso l’importanza.
- Letta ha anche un bel blog personale dal 2014. Il blog ha solo 19 post e la rassegna stampa del sito è striminzita. Di traffico nel blog non credo ne abbia molto, oppure non gradisce i commenti, gli ultimi 10 post hanno ricevuto in totale 3 commenti.
Enrico Letta potrebbe essere visto come un amministratore delegato, che comunica bene con i suoi manager ma si tiene lontano dai dipendenti. Forse Letta sarebbe stato un buon Presidente del Consiglio se fosse rimasto.
Non bisogna sottovalutarlo, oltre a essere preparato dà l’impressione di essere una persona di cui ci si può fidare. Se migliorerà credo che sarà anche in futuro un forte avversario per Renzi.
Denis Verdini, leader politico finito male ma un ottimo comunicatore.
Come banchiere è stato un disastro o peggio, secondo alcune sentenze un truffatore. Invece, come politico e come comunicatore ha dimostrato capacità notevoli. Forse, proprio le sue capacità di faccendiere sono state apprezzate da alcuni leader politici e ne hanno determinato il passato successo. Purtroppo per lui, la sua credibilità politica è ormai compromessa, tra fallimenti e processi ci vorrebbe un miracolo per fidarsi.
Questo non toglie che sappia comunicare bene verbalmente. Quando Verdini viene intervistato dimostra tutta la sua abilità e ci si scorda delle sue grane giudiziarie.
Mi sembra che Verdini sia praticamente fuori dalla comunicazione digitale.
- Ad esempio, i suoi 22 tweet e 5000 follower da Luglio 2012 non sono niente per un leader politico ed ex coordinatore di Forza Italia. Questo è oggi un limite per la comunicazione di un leader.
Se riuscisse a colmare il gap nella comunicazione digitale potrebbe essere un comunicatore completo.
Gli aspiranti leader politici.
Mi sono limitato a fare la classifica dei leader politici principali più famosi o abbastanza saldi al comando della loro area politica. La frammentazione politica a sinistra, al centro e a destra, è forse ai livelli più alti nella storia. In quasi ogni partito, la battaglia per la leadership è in corso.