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Crisi di fiducia sull’Italia: hanno sbagliato tutti!

A maggio 2018 c’è stata una piccola tempesta finanziaria in Italia. Dal punto di vista economico non era cambiato niente, ma gli investitori nazionali e internazionali si erano spaventati per i cambiamenti politici e soprattutto per una lunga serie di dichiarazioni e azioni dei nostri politici.

Come è stata abbattuta, colpo dopo colpo, la fiducia dei mercati.

Dopo delle elezioni che non hanno dato una maggioranza a nessun dei poli politici, si è creata una nuova e inedita alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle. Sembrava ormai sicura la creazione del governo del cambiamento, quando il disaccordo sul nome dell’economista Paolo Savona ha fatto saltare tutto.

Per iniziare, il primo involontario contributo alle turbolenze finanziarie italiane è arrivato da Mattarella. Il Presidente della Repubblica, dopo aver concesso tutto, si è impuntato sul nome di Paolo Savona. Il costo di un fallimento del ministero di Savona sarebbe stato alto per l’Italia, ma un ministro si può cambiare se non è capace. Forse si poteva evitare questo conflitto istituzionale correndo il rischio di averlo come ministro dell’economia.

Forse Paolo Savona era effettivamente una cattiva scelta e magari persino potenzialmente pericolosa. Quando Savona era presidente di Impregilo è finito a processo per aggiotaggio e manipolazione del mercato. Purtroppo, nel 2010 la prescrizione ci ha impedito, come spesso accade in Italia, di sapere la verità giudiziaria, ma i fatti accertati restano. Comunque, la democrazia si basa sull’alternanza, in passato abbiamo visto nominare ministri probabilmente peggiori.

Tuttavia, anche Salvini e Di Maio hanno avuto le loro responsabilità nello spaventare i mercati finanziari. Dopo aver imposto come candidato Premier uno sconosciuto professore e avvocato, con un curriculum “fantasioso”, si sono impuntati sul nome del ministro dell’economia. Mi sembra ridicolo che il governo del cambiamento si bloccasse per non cambiare il nome di un ministro. La loro scelta, come quella del Presidente, credo siano state scelte pienamente legittime ma lo scontro esasperato ha fatto dei danni.

Forse è stato l’ennesimo costosissimo spot di una infinita campagna elettorale o forse hanno provato a non far nascere questo governo per andare ad elezioni, solo loro sanno perché si erano impuntati minacciando di tutto.

Per produrre una crisi fatta bene è stato necessario il contributo di tutti.

Di Maio ha avuto la pessima idea di tentare, almeno a parole, la strada della messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica. Fratelli d’Italia, che aveva dato del traditore a Salvini, ha aderito alla temeraria iniziativa di Di Maio. Risultato, ulteriori inutili tensioni sui mercati finanziari.

Non si è tirato indietro neppure il “moderato” Berlusconi che ha fatto una campagna di comunicazione “terroristica” al limite della diffamazione su M5S. Ci mancava solo che dicesse che mangiano i bambini. Anche il PD e i suoi alleati hanno voluto contribuire con dichiarazioni sempre più allarmistiche, come se il cambio democratico di un governo fosse la fine dell’Italia.

Queste azioni, singolarmente, non avrebbero avuto conseguenze, purtroppo sono state fatte tante altre cose sbagliate o quanto meno pericolose.

Il piano segreto che quasi certamente non esiste.

Come se non bastasse, i mercati finanziari hanno avuto il dubbio che esisteva un piano segreto tra M5S e Lega per fare uscire l’Italia dall’Euro. Anche in questo caso, tutti hanno contribuito ad accreditare questa farneticante tesi:

  • Lega e M5S da anni sono molto ambigui sul tema dell’euro, dicono a mesi alterni di essere Pro Euro o No Euro.
  • La bozza della riunione sul contratto di governo tra Lega e M5s, pubblicata dall’Huffington Post il 14 maggio, dove si ipotizzava la cancellazione unilaterale di 250 miliardi di debito pubblico. Questo avrebbe generato un default dell’Italia e di molte banche, e quasi certamente una conseguente uscita dall’euro.
  • La reciproca impuntatura, dei partiti e del Presidente, sul sì e sul no a Paolo Savona ministro, ha contribuito a rafforzare il sospetto di un piano segreto da sventare o da mettere in atto.
  • L’opposizione “non populista” che mette in giro delle fake news, parlando esplicitamente di un fantomatico piano segreto per l’uscita dall’Euro. Secondo questa ipotesi complottista, dietro questo piano ci sarebbe la Russia.

Unendo mezze verità e cose verosimili non si crea una verità. Se fosse stato vero, qualcosa di concreto sarebbe già venuto fuori. Invece solo voci e congetture. Purtroppo, grazie ai nostri politici, anche questo dubbio pare si sia insinuato nelle menti degli investitori.

Vengono da lontano i problemi di questa legislatura e le cause di questa crisi.

Senza dimenticare che, se non si riesce a trovare una maggioranza uniforme, è anche colpa della legge elettorale fatta su misura prima delle elezioni da una maggioranza che sapeva di perdere le elezioni.

Questo perché ormai in Italia si cambia la legge elettorale in ogni legislatura e lo si fa poco prima delle elezioni, sondaggi alla mano. Questo modo di procedere è un pericolo per la democrazia, ma in Italia è diventata una consuetudine accettata supinamente dai Presidenti in carica e persino dalle opposizioni.

Intanto il debito pubblico, governo dopo governo, continua a crescere. La crescita economica in Italia è sempre anemica e potrebbe adesso interrompersi.

La tempesta perfetta sull’Italia è appena iniziata?

Il Quantitative Easing volge al termine, la BCE sta già riducendo gli acquisti di titoli di stato nell’area Euro. Sarà quindi sempre più difficile vendere i titoli di stato italiani, probabilmente i bassi tassi di interesse saranno solo un bel ricordo.

La fine del QE della BCE si avvicina

Come si vede chiaramente in questo grafico fatto da Morgan Stanley, il QE della BCE si sta riducendo. Inoltre, gli investitori esteri e le banche stanno vendendo il debito pubblico europeo. Se non ci fossero gli acquisti della BCE il saldo degli acquisti sarebbe negativo.

Anche per questo motivo non era il momento giusto per continuare a fare cinici calcoli elettorali alle spalle degli italiani. Invece, mi sembra che tutti i politici abbiano pensato solo alle loro sfide con gli avversari interni e esterni, fregandosene altamente dei danni che stavano provocando.

Non è stato facile far tornare la fiducia degli investitori sull’Italia. Dopo tutti questi errori ripetuti per lungo tempo, i mercati finanziari non si fidano più molto. Gli stessi attori politici si riproporranno alle prossime elezioni e dubito che troveranno soluzioni, anzi temo che creeranno altri problemi. Credo che molti italiani siano sempre più stufi.

L’Italia per fortuna non è solo politica.

Nonostante tutto c’è una Italia che continua a lavorare bene. Ci sono tante aziende sane e competitive dove lavorano persone eccezionali. Questa volta abbiamo superato le difficoltà pagando un prezzo non troppo alto. Tuttavia, se i politici italiani, oltre a non risolvere i problemi, alimenteranno di nuovo le paure dei mercati, ignorando la psicologia dei mercati, avremo sicuramente altre costose crisi di fiducia.


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Enrico Filippucci
Enrico Filippucci. Profilo X in

5 commenti su “Crisi di fiducia sull’Italia: hanno sbagliato tutti!”

  1. Scusate…partiamo dall’inizo…ma l’economia dello stato deve dipendere dal mercato? Turbolenze ovvie se non esiste un compratore di ultima istanza, perchè mettere in mano ai mercati e a società che decidono la nostra affidabilità quando queste società non sono enti neutrali ma con interessi economici?

    Capisco che qui guardiate solo il lato speculativo dell’economia ma aver messo nelle scommesse finanziarie i bilanci degli stati penso non sia corretto, l’economia dello stato ha altri obbiettivi: deve assicurare ai cittadini dei servizi essenziali…ovviamente tutti privatizzati anch’essi ormai…ma l’italiano medio negli ultimi 30 che benefici ha tratto da tutto questo libero mercato?

    Il governo attuale è fumo e poco arrosto a meno che non utilizzino un sistema di finanziamento delle risorse statali e private che eviti l’uscita dall’euro e aggiri i limiti imposti dalla neoliberista UE, tipo quella di Conditi di MONETA POSITIVA. Quindi se tutto o quasi rimane così, incluso la violenza istituzionale, del pareggio di bilancio in costituzione il governo può solo aumentare l’IVA e far finta di combattere l’Europa… tutto fumo e niente arrosto !

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    • Caro Andrea, non ho capito quale soluzione suggerisci per finanziare il debito pubblico italiano. Io conosco solo l’economia di mercato.

      Ho cercato solo di analizzare come gli investitori sono arrivati a temere di non riavere più i soldi investiti, queste tensioni possono avere conseguenze gravi per noi cittadini. Io sono solo un libero cittadino come te.

      Come hai visto, alla fine hanno capito di aver sbagliato, si sono dati una regolata e si sono persino messi d’accordo.

      Per quanto riguarda l’IVA, io sono profondamente contrario all’aumento dell’IVA, mi auguro che questo governo non la faccia aumentare per nessuna ragione. Ci sono molti sprechi da ridurre invece di aumentare l’IVA, ad esempio, le opere pubbliche da noi costano sempre molto più che nel resto d’Europa…

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  2. Scrivo quando ormai il Governo è fatto e alcune considerazioni, si va al voto non si si va al voto, che emergono dall’articolo sono superate.

    Queste votazioni di Marzo sono state la tomba del voto ideologizzato, già gravemente ferito. I grandi temi sono stati immigrazione, sicurezza, dare un po’ d’ossigeno ai consumi attraverso una tassazione diversa, lavoro (che non c’è) compreso il sostegno a chi il lavoro l’ha perso, attraverso la garanzia temporanea di un reddito minimo. Trascurata la scuola , messi in discussione i grandi investimenti.

    A Governo fatto e contratto di programma firmato, si torna alla realtà: debito pubblico, vincoli europei inscindibili di vario carattere, ma principalmente economici, la BCE che sta per esaurire il programma d’acquisto dei nostri titoli con conseguente prevedibile aumento dei tassi, emergenza Giustizia, due problemetti urgenti, ILVA e Alitalia, Sud Italia e credo che basti anche se risono altre cose.

    Anche se il nuovo governo ha voglia di fare, gli scogli sono alti e affilati. Non mi aspetto molto.

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    • Il nuovo governo si è appena insediato e c’è ancora una discreta tensione sui BTP. Il BTP a due anni è ancora sopra l’1% e quello a 10 sopra il 3%. Niente di drammatico, l’importante è fare le cose giuste e evitare gli errori.
      Più facile a dirsi che a farsi, devono imparare presto o saranno guai.

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  3. Trovo divertente un passaggio di una ricostruzione, fatta sul sole24ore, dei fatti accaduti il 29 maggio sui mercati finanziari.

    Nel articolo del 10 giugno dal titolo “Spread & Mercati, la vera storia del martedì nero e l’attacco all’Italia” si ipotizza che ci fu un attacco speculativo organizzato contro l’Italia.

    Ecco un passaggio dell’articolo che dovrebbe supportare tale tesi:
    “Alcuni hedge fund si preparavano per un eventuale caos politico in Italia da mesi. Già a marzo Robert Citrone, miliardario co-fondatore del fondo Discovery del Connecticut, non faceva mistero di scommettere pesantemente contro i titoli di Stato italiani. A chi gli faceva notare la tranquillità degli indici anche post-elezioni, lui rispondeva sicuro di sé che il mercato era ancora convinto che non sarebbe nato in Italia un Governo anti-sistema. Quando lo capirà – prevedeva – la turbolenza arriverà. È arrivata”

    Peccato che sui mercati finanziari le posizioni speculative vengo prese ogni giorno in entrambe le direzioni. Spesso, al contrario di quanto credono i non addetti ai lavori, sono più rischiose le posizioni speculative prese in una sola direzione. Questo perché, se si sbaglia la scommessa quando quasi tutti puntavano nella stessa direzione, il movimento del mercato può essere molto più violento.

    Quindi, il racconto del sole24ore, su questo specifico punto, serve solo a soddisfare una curiosità: sapere chi ha guadagnato e chi ha perso. Per la cronaca, Bill Gross il guru dei bond, ha invece perso molto con il suo fondo a causa delle turbolenze sui BTP italiani. Evidentemente non era scontato che succedesse quello che è poi accaduto.

    Nessuno poteva prevedere che tante cose spingessero nella stessa direzione, e nessuno poteva prevedere che il tentativo d’accordo sarebbe riuscito. Anzi, il suo iniziale fallimento, con annuncio di messa in stato d’accusa del Presidente Mattarella, è stato un vero cigno nero.

    Se fosse stata solo speculazione oggi tutto sarebbe tornato al suo posto, e invece le tensioni rimangono.

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