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Trasformare la crisi in opportunità: da dove partire?

Quante volte avrai sentito questa frase “Trasformare la crisi in opportunità”, tante volte immagino. Non è facile ma si può fare.

Si possono dare molti buoni consigli su come rialzarsi velocemente dopo una crisi, su come ritrovare un posto di lavoro o su come trovare un lavoro migliore. I consigli non mancano mai, così come non mancano le cose da fare. La lista delle cose utili per trasformare una crisi in un’opportunità è lunghissima, forse troppo.

Ho letto una frase che mi è piaciuta:

Tu non sei cosa ti è accaduto ma cosa hai scelto di essere!

La prima cosa da fare è non farsi condizionare dai limiti imposti dai pregiudizi degli altri e dai nostri stessi pregiudizi.

Dopo una crisi, scegliere cosa essere è il passo più difficile.

Forse, per trasformare una crisi in una opportunità, si deve partire dalla consapevolezza dei nostri punti di forza, dei nostri punti deboli, del ruolo che sappiamo giocare meglio nella vita. Infatti, spesso, dopo una crisi forse non sappiamo più chi siamo e chi vorremmo essere.

Le informazioni ormai sono infinite, tutti ci vogliono dire cosa dobbiamo fare, ci sono tanti professori, forse troppi.

La cosa più importante da fare per ripartire è capire noi stessi, poi saremo noi a trovare tutte le informazioni che ci servono per prendere la direzione giusta.

Se non facciamo un’autoanalisi, non si riesce a distinguere tra le informazioni utili e quelle solo apparentemente utili. Se non si decide una rotta si continua a cambiare direzione, perdendo le opportunità. In alcuni casi, se la direzione è quella giusta, basterebbe insistere per ottenere quello che vogliamo. Invece facciamo un passo avanti e uno indietro, iniziamo una cosa e poi non la portiamo fino in fondo.

La mia esperienza.

Tutto questo l’ho vissuto sulla mia pelle, per molti anni ho vissuto cercando sempre nuove sfide. Poi, a un certo punto, ho pensato che di sfide ne avevo lanciate troppe, ho incominciato a ragionare da dipendente, giocando in difesa. In realtà avevo perso una direzione chiara. Aspettavo che mi dicessero dove andare e cosa fare. In questo modo non si riesce più ad andare avanti, si rimane fermi.

Alla fine, la cosa più bella che mi ha regalato questa crisi è la ritrovata consapevolezza nelle mie capacità e di come le voglio usare. Ogni ruolo è ugualmente importante. Le grandi aziende hanno bisogno di molti tenaci e instancabili esecutori di ordini e di qualche testa più creativa, analitica o critica. Deve essere così affinché una grande organizzazione possa funzionare. Se ci fossero solo esecutori si rischia di marciare compatti dentro il burrone. Se invece ci sono solo imprenditori, non si va da nessuna parte, ognuno va per la sua strada.

Senza questa crisi forse non avrei potuto continuare a migliorare costantemente le mie capacità, avrei cercando di adattarmi pur di giocare nella squadra del cuore.

Conclusione.

Trovare la direzione giusta per noi, quando si è capito il ruolo che vogliamo giocare, diventa molto più facile. Non ci sono ricette o manuali, bisogna faticare, soffrire e avere coraggio per trovare la direzione giusta in cui andare.

Spesso è un percorso non lineare, fatto di alti e bassi, di nuovi incontri e di abbandoni, di viaggi o di isolamento. Alla fine, però, avremo capito quale è la nuova strada da percorrere fino alla prossima grande crisi.

Forse la più grande opportunità che ci possono dare le crisi, è costringerci a guadare dentro di noi e ad avere coraggio. Per farci poi percorrere strade prima mai esplorate o farci ritrovare i vecchi sentieri abbandonati.


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Enrico Filippucci
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