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Gli italiani sanno ancora ridere? Sapere ridere ci può salvare?

Sapere ridere ci può aiutare a uscire dalla crisi?

La crisi economica, la disoccupazione, la corruzione, l’invecchiamento della popolazione, rafforzano altri problemi: lo stress, le incomprensioni, le rivalità, le invidie, amarezze di una vita più difficile.

La capacità di ridere degli italiani forse si sta riducendo. Si passa sempre meno tempo con le persone e sempre più tempo con i computer o gli smartphone. Non è facile cambiare l’umore di una persona, figuriamoci di tante. Ad esempio, se si entra in un gruppo di persone tristi, probabilmente il nostro umore si uniformerà verso la tristezza. Tuttavia, è vero anche il contrario, il buon umore è contagioso, e la nostra personalità può modificare l’umore generale di un gruppo di persone.

A mio avviso noi italiani abbiamo molti difetti ma sicuramente la capacità di ridere e di fare ridere è sempre stata forse la nostra arma in più. Se perdessimo questa qualità saremmo davvero messi male. Proprio nei momenti difficili bisogna essere capaci di ridere di tutto. Se sei senza lavoro e triste hai molte meno possibilità di farcela.

Secondo me, anche se meno di prima, gli italiani sanno ancora ridere e soprattutto hanno bisogno di ridere.

A volte la nostra necessità di ridere può anche essere un limite?

Questa nostra necessità di ridere ci ha forse portato a selezionare dei leader un po’ “pagliacci”? Non lo so, però mai come in questo momento c’è bisogno di competenza e di buonumore. Abbinare le due cose non è facile, sarebbe meglio scegliere dei leader soprattutto capaci ma in Italia se non riesci a fare ridere un po’, non vai avanti.

Io stesso sono dipendente dalla risata, anche se ultimamente rido meno che in passato. Ho sempre preferito capi che mi facessero ridere o con cui si potesse ridere. Gli ambienti troppo seriosi mi provocano certe volte delle risate incontenibili.

Ricordo una gita nel deserto con una comitiva tedesca. I tedeschi sono mediamente persone più serie e più colte. Anche in vacanza molti tedeschi cercano di imparare. Durante questa gita la guida parlava tutto il tempo nel silenzio, e, con un tono di voce educato, spiegava ogni cosa. In quegli anni non capivo il tedesco, dopo due ore non ce la facevo più. A un certo punto quella situazione mi è sembrata comica. Ho iniziato a ridere, poco dopo io e la mia compagna non riuscivamo più a smettere di ridere. Credo che anche ai nostri compagni di gita abbia fatto piacere un po’ di allegria.

Se noi italiani riuscissimo a migliorare le nostre competenze, senza diventare seriosi o noiosi, non ce ne sarebbe per nessuno. Confesso che se dovessi scegliere tra povero e allegro o ricco e triste, sceglierei povero e allegro. Il rischio oggi è di diventare poveri e tristi o ricchi tristi!

Forse si ride di meno che in passato ma siamo diventati più colti e competenti? Non lo so, ogni giorno cerco di migliorarmi, ma non vorrei perdere il mio buonumore per questa stupida crisi economica. In un sondaggio che ho fatto è emerso che molti hanno notato che la crisi economica ha cambio in peggio le relazioni umane in Italia.

Certo, quando si cade bisogna rialzarsi e trovare una nuova strada da percorre ma non dobbiamo essere troppo duri con noi stessi. Il buon umore, come il cattivo umore, è contagioso, proviamo nonostante tutto a fare vincere il buon umore, forse altre cose miglioreranno.

Un’esperienza personale di terapia della risata involontaria.

Un giorno mi trovavo in una fiera orribile, con fuori un temporale che mi impediva di andare via con la moto, mi sentivo in trappola, scocciato e nervoso. Mi sono fermato a vedere la pioggia da una finestra chiusa. Pensavo a tutto quello che dovevo fare, i problemi da risolvere e io invece stavo lì a perdere tempo in quella ridicola e stupida fiera.

Di fronte a me, in un tendone a oltre 10 metri, ho notato delle persone che ridevano, sedute di fronte a delle persone serissime. Non capivo e non sentivo quello che dicevano, ma dopo pochi secondi il contrasto tra questi due gruppi di persone mi ha provocato una risata profonda e incontenibile. A quel punto, le persone dentro la tenda mi hanno notato e hanno cominciato a ridere ancora di più. Mi facevano il gesto di andare da loro, e io facevo di no con la mano. Mentre altre persone dentro si giravano e ridevano e altre erano rimaste sempre serissime.

Questo è durato per alcuni minuti, ho riso fino alle lacrime, dopo di che mi sono allontanato mentre ancora ridevo, felice e rilassato. Quelle persone che ridevano lontane, e che io non potevo sentire, erano diventate così profondamente vicine a me. Avevo assistito per caso a una seduta di “terapia della risata”. La stessa fiera, dopo aver riso fino alle lacrime, mi è sembrata bellissima!

Bisogna sempre cercare di ridere ogni giorno se possibile, non dimentichiamolo! La percezione della realtà può cambiare radicalmente. Quelle persone quel giorno mi hanno fatto un regalo bellissimo. Tutti possiamo provare a portare un po’ di gioia nella vita degli altri. Qualche volta ci riusciamo, altre no, l’importante è provarci sempre.


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Enrico Filippucci
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