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Il messaggio del tasso di occupazione lo vogliamo sentire?

Tutti i paesi europei, tranne l’Italia e la Grecia, sono riusciti a migliorare il loro già alto tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa. Ovviamente, in Italia c’è qualcosa di strutturale che non funziona, non possiamo continuare ad avere un tasso di occupazione così basso. L’Italia, con il 63,5% di occupazione nel 2019 tra le persone fra i 20 e i 64 anni, è al penultimo posto in Ue per tasso di occupazione. Quindi, l’Italia non raggiungerà il target 2020 del 67% fissato dal piano europeo “Europa 2020”.

Si vede chiaramente che siamo in difficoltà anche dal grafico qui sopra, che ho prodotto con i dati Eurostat. Il grafico mostra il tasso di occupazione tra il 2005 e il 2019 nei maggiori stati europei. Purtroppo, siamo evidentemente in ritardo su tutti, persino la Grecia ha fatto meglio di noi negli ultimi 5 anni. Lo dico ormai da molti anni che ci sono problemi atavici nella società e nell’economia italiana, non mi sorprende affatto che non sia cambiato niente e che rimaniamo sempre più indietro.

Per migliorare il tasso di occupazione, ci vogliono riforme coraggiose.

Mappa disoccupazione in Europa

L’Italia non vuole guardare la realtà. La mappa che vedete qui sopra è stata fatta da me utilizzando il sito Eurostat, sono i dati del 2014 del tasso di occupazione in Europa. L’Italia aveva il 59,9% di occupati nel 2014, identico a quello della Spagna e un po’ migliore del 53,3% di occupati in Grecia.

Se pensiamo che l’83,5% degli islandesi, 80% degli svedesi e il 77,7% dei tedeschi risultava occupato nel 2014, il tasso di occupazione italiano del 59,9% ci fa capire che la situazione è peggiore di quanto sembrerebbe guardando solo i dati relativi alla percentuale di disoccupazione.

Grafico tasso di occupazione 2014 in Europa.
Grafico tasso di occupazione 2014 in Europa -dati Eurostat.

L’Italia ha uno stato occupazionale disastroso e sta finanziando la ripresa di altri paesi tramite il fondo salva stati.

Abbiamo finanziato ad esempio, Spagna, Irlanda, Portogallo, Grecia e Cipro. La Spagna ha lo stesso tasso di occupazione dell’Italia ma addirittura Irlanda e Portogallo hanno un tasso di occupazione migliore dell’Italia, 67% circa, contro il nostro 59,9%.

Forse stiamo buttando via risorse preziose proprio quando ne abbiamo più bisogno. In compenso, visto che non abbiamo ricevuto aiuti, abbiamo potuto evitare di fare le riforme necessarie a far ripartire l’occupazione. Quanto siamo furbi!

Il massimo lo abbiamo raggiunto con la Grecia, le abbiamo dato i soldi per fare finta di fare le riforme necessarie e per salvare nel frattempo le banche tedesche e francesi.

  • Dopo due anni dalla pubblicazione di questo articolo i dati OCSE del 1° trimestre 2017 avevano delineato una situazione peggiorata. Secondo i calcoli fatti dall’OCSE, in Italia, nel 1° trimestre 2017, la percentuale di occupati è stata il 57,7% della popolazione in età lavorativa. Il tasso di occupazione era stato, nello stesso periodo, nelle nazioni del G7 del 70,3% e nell’Ue del 67,2%. Solo in Grecia e Turchia il tasso di occupazione è stato peggiore che in Italia, rispettivamente con il 52,7% e 50,9%.

Le ricette propagandate dai politici italiani sono sempre le stesse, si dividono tra quelle del libro dei sogni, che si dimenticano appena vinte le elezioni, e quelle sbagliate, che ritornano ciclicamente. Gli stessi errori strategici si ripetono in Italia perché non si vogliono affrontare i problemi più difficili.

La disoccupazione ci illude di stare meglio di altri paesi Europei.

Guardando il tasso di disoccupazione e ignorando i dati precedenti, la situazione non sembra così drammatica. Ci potremmo illudere di stare molto meglio della Spagna e un po’ meglio del Portogallo. Qualcuno potrebbe pensare che, visto che non siamo lontani dalla percentuale di disoccupazione della Francia non siamo messi poi così male. In realtà questi paesi, come abbiamo visto, hanno tassi di occupazione migliori, e tutti, compresa la Grecia prima delle ultime elezioni, stanno da tempo recuperando competitività, noi abbiamo continuato a sprofondare.

Ci siamo esaltati per un +0,3% di PIL dopo anni di recessione, nel 1 trimestre 2015. Peccato che il tasso di disoccupazione nei primi tre mesi del 2015 sia passato dal 12,6 al 13%, dato ISTAT di marzo 2015, figuriamoci come sarà il tasso di occupazione adesso.

Tasso di disoccupazione Gennaio 2015 in Europa.
Tasso di disoccupazione gennaio 2015 in Europa – dati Eurostat.

Siamo sempre tra quelli che crescono meno, nemmeno riusciamo a fare un bel rimbalzo dopo essere sprofondati. I dati della povertà danno ragione al tasso di occupazione, l’Italia si sta impoverendo.

Adesso abbiamo anche:

  1. il cambio Euro Dollaro molto competitivo,
  2. il prezzo del petrolio basso,
  3. la BCE che compra titoli di stato italiani.

Gli italiani non vogliono capire che mancano le vere riforme per poter ripartire. Prima o poi questi fattori favorevoli finiranno, se non ci sbrighiamo a sistemare le cose adesso che il vento è favorevole, la prossima tempesta potrebbe farci molto male.

Chi ha il coraggio di cambiare direzione?

Il governo Renzi è stato criticato duramente perché ha fatto alcune timide riforme, non perché ne ha fatte poche e male! Le riforme fatte finora non sono sufficienti a rilanciare una solida ripresa economica e l’occupazione. Il governo Gentiloni ha proseguito il cammino persino con meno coraggio e forza. Anche con gli ultimi governi, giallo verde e giallo rosso, si è annunciato tanto e non si è fatto abbastanza per invertire la rotta. Cerchiamo solo di sopravvivere senza coraggio o forza.

Qualcosa di buono, dal mio punto di vista, è stato fatto, ad esempio:

  • La BCE ci ha obbligati a fare la riforma delle Banche Popolari più grandi, dopo 20 anni di discussioni inutili. Intanto però, i fallimenti bancari hanno fatto arricchire pochi furbi e impoverito l’Italia.
  • La legge sul disastro ambientale è stata finalmente approvata. Certo, si sarebbe potuto fare ancora di meno o peggio, abbiamo già perso 20 anni di tempo per ridurci così. Però, i capannoni pieni di rifiuti continuano a bruciare ovunque senza colpevoli, arricchendo i criminali e avvelenando, giorno dopo giorno i nostri territori.

In realtà, qualsiasi governo ha sempre fatto anche qualcosa di buono. Ad esempio: la legge che proibisce il fumo nei locali pubblici (Governo Berlusconi), la portabilità dei mutui (Governo Prodi), l’incarico a Cottarelli per ridurre il peso dello stato (Governo Letta). Però non hanno mai voluto o saputo cambiare la direzione di marcia dell’Italia, abbiamo sempre continuato a marciare verso il precipizio.

In Italia preferiamo continuare a non affrontare i problemi.

Ad esempio, Carlo Cottarelli, avrebbe dovuto indicare le riforme da fare per ridurre la spesa pubblica meno produttiva o improduttiva, è stato messo a tacere, e dopo di lui i suoi successori. Cottarelli ha poi approfittato per darsi alla politica, senza concludere nulla e perdendo la sua credibilità come tecnico super partes. Però i problemi sono rimasti.

Non vedo proposte di riforme coraggiose, si sentono solo richieste per aumentare la spesa, alla fine tutto dovrebbe reggersi sul 60% scarso della popolazione occupata?

Abbiamo alternative migliori? Anche l’opposizione, compresa quella interna al PD, mi sembra tutta “conservatrice”. Hanno sempre cercato di non affrontare i problemi e di cambiare il meno possibile. Mi sembra una gara a chi vuole cambiare di meno e a chi vuole fare più regali con i soldi del monopoli. Probabilmente gli italiani hanno bisogno di credere alle favole. Affrontare la realtà richiede coraggio e crea dissenso.

Tutti vogliamo illuderci che tutto si risolleverà magicamente, senza cambiare, regalando soldi a pioggia. Le riforme necessarie non le vuole fare nessuno. Non possiamo permetterci di sperare e basta. Rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare per cambiare noi la rotta.

Con alcuni italiani, coraggiosi idealisti e ottimisti, avevamo pensato di creare un nuovo movimento politico, DigitalDem, indipendente dai partiti attuali. Poi, ci siamo resi conto che forse per cambiare l’Italia bisognava cambiare gli italiani. Così, siamo tornati a cercare di vivere giorno per giorno, senza volare troppo in alto, ma continuando a dare il nostro contributo.

In questo blog continuerò a esprimere le mie idee su economia e finanza, politica e mondo del lavoro e a evidenziare i dati meno pubblicizzati.


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Enrico Filippucci
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