Condividi su: Twitter condividi fb in

La psicologia dei mercati finanziari può essere molto fragile

Nei mercati finanziari e in economia possono contare più le convinzioni che le azioni reali.

Nell’economia e nella finanza la psicologia degli esseri umani può avere un ruolo molto importante nel determinare gli effetti delle azioni e degli eventi. Persino le politiche monetarie hanno pieno effetto solo se riescono a convincere le persone ad agire come vorrebbero le banche centrali. Un esempio del funzionamento di questa regola economica sono le famose parole di Mario Draghi, “faremo di tutto per salvare l’euro e, credetemi, sarà sufficiente”.  Queste parole bastarono per salvare l’euro e i nostri BPT dalla più grande crisi di fiducia della storia della moneta unica. La credibilità della BCE e del suo governatore era molto alta e questa frase convinse quasi tutti che sarebbe riuscito nel suo intento.

Ma le convinzioni possono cambiare molto rapidamente. Prendiamo l’annuncio della preparazione del Quantitative Easing (QE) della BCE a gennaio 2015. Il comunicato della BCE annunciava che, dopo pochi mesi, sarebbe iniziato l’acquisto di titoli pubblici. Il solo annuncio della preparazione di un QE, portò i Bund tedeschi e i BTP a prezzi altissimi molto prima dell’inizio effettivo del QE. La credibilità della BCE non era mai stata tanto alta e tutti si stavano comportando come se il QE fosse già iniziato da mesi.

Il QE della BCE inizio effettivamente il 9 marzo 2015. Dopo solo un mese e pochi giorni dall’inizio dell’acquisto dei titoli, nella seconda metà di aprile, i prezzi dei Bund e dei BTP crollarono precipitosamente in pochi giorni. Cosa era cambiato? Non era aumentato il rischio d’inflazione.

Bastarono pochi coriandoli per indebolire l’immagine invincible di Draghi.

Il 15 aprile Josephine Witt, all’epoca solo una ventenne ragazza tedesca, durante la conferenza stampa della BCE, salto sul tavolo e butto dei coriandoli in testa a Mario Draghi. La diffusione in tutto il mondo delle foto del governatore della BCE, vulnerabile e spaventato da una manciata di coriandoli, dava la sensazione di una BCE sotto l’assedio dell’opinione pubblica. Così, si incrinò la convinzione che la BCE di Mario Draghi potesse portare i prezzi dei titoli di stato a tasso fisso sempre più su. Tuttavia, la spallata finale alla psicologia dei mercati finanziari arrivo 6 giorni dopo quelle foto di una BCE vulnerabile.

Chi ha una fama di grande investitore, e sa usare i media, può sfruttare le paure per influenzare l’umore dei mercati.

I grandi banchieri e finanzieri usano i media per provare a gestire o manipolare le emozioni dei mercati. Esprimere opinioni per rassicurare o allarmare gli investitori, se si dicono cose vere e di dominio pubblico è del tutto legittimo. In questo caso, il tracollo dei bund tedeschi arrivò con una frase spavalda di Bill Gross, il cofondatore di PIMCO. Credo che Bill Gross intuì che quella debolezza mediatica della BCE si poteva sfruttare per far scendere un po’ i bund che erano sopravalutati.

Quindi, durante un’intervista del 21 aprile 2015, Bill Gross disse una frase che rimarrà storica: “i bund tedeschi sono l’occasione di short di una vita”. Questa frase, rimbalzata in tutto il mondo, convinse molti che i bund tedeschi erano effettivamente sopravvalutati. Ci fu così una discesa violenta dei prezzi del bund durata giorni. Nonostante il QE della BCE fosse appena iniziato.

  • Per la cronaca, il fondo gestito da Bill Gross, Janus Global Unconstrained, non guadagnò grazie a questa dichiarazione ribassista. Due settimane dopo quella storica frase, il fondo aveva perso il 2.6 % rispetto ai valori del 21 aprile. Il motivo è semplice. Bill Gross credeva nella forza della BCE di influenzare il mercato, si aspettava una correzione, ma non una reazione così violenta del mercato.

Evidentemente l’effetto del QE era già stato eccessivamente anticipato dal mercato. Bastarono delle foto di Mario Draghi spaventato e indifeso e una frase detta dal “re dei bond”, per convincere molti a vendere.

Un altro famoso guru della finanza, che ama divulgare le sue opinioni sull’andamento dei mercati è Ray Dalio. A differenza di altri, Ray Dalio basa i suoi commenti sulle sue rigorose teorie economiche. Ad esempio, a dicembre 2018, Ray Dalio ha scritto un post, da me tradotto e commentato, per spiegare le turbolenze sui mercati finanziari con le sue teorie sui cicli economici. Ovviamente, anche senza volerlo, le sue preziose opinioni possono influenzare le decisioni degli investitori e l’umore dei mercati.

I politici influenzano sempre di più l’umore dei mercati.

Negli ultimi anni i politici di tutto il mondo, grazie ai social media, hanno iniziato a comunicare direttamente con i cittadini e con il mondo. Questo fenomeno è una conseguenza delle nuove tecnologie e in alcuni casi delle strategie degli spin doctor. Purtroppo, spesso si sottovalutano gli effetti sulla psicologia dei mercati.

Ad esempio, il Presidente Trump è un esempio perfetto di questa naturale escalation comunicativa dei politici. Fortunatamente gli Stati Uniti hanno una economia forte e i mercati, dopo un po’ di tempo, imparano a pesare le dichiarazioni. Tuttavia, anche la sola incertezza creata dall’aumento della rivalità economica tra Stati Uniti e Cina ha effetti negativi sull’economia.

Nel caso dell’Italia, che ha un debito pubblico molto alto e una crescita economica debole, la psicologia dei mercati può essere molto più sensibile alle dichiarazioni avventate dei politici italiani. Ad esempio, a maggio 2018, dopo le elezioni politiche, si era creata una piccola crisi finanziaria per i conflitti e le dichiarazioni azzardate dei politici italiani.

Le banche centrali hanno imparato a gestire la psicologia dei mercati.

Perché le banche centrali aumentano il costo del denaro per le banche?

L’aumento dei tassi di interesse che pagano le banche per finanziarsi dalle banche centrali rende il costo del denaro più caro per tutti. Fa aumentare il rendimento dei titoli di stato e il rendimento di tutti Bond in generale. Questo produce tutta una serie di effetti a catena. L’aumento dei tassi dovrebbe evitare che si creino delle bolle finanziarie e che l’inflazione cresca troppo.

Non è necessario alzare i tassi per ottenere gli effetti desiderati, spesso basta solo annunciarlo.

Ad esempio, da gennaio 2015, grazie ai commenti della Federal Reserve, che indicavano per fine 2015 il probabile rialzo dei tassi americani, i rendimenti dei Treasury americani sono saliti notevolmente.

Ad esempio, il rendimento del Treasury a 10 anni è passato dal rendimento minimo del 2015 dell’1,6% circa, a oltre il 2%. Questo è stato l’effetto minore. L’effetto maggiore c’è stato sulle materie prime e le valute dei paesi emergenti. Le materie prime sono crollate e le valute dei paesi emergenti si sono svalutate enormemente rispetto al dollaro americano. Chi è molto indebitato, come i produttori di shale oil americani, ha molti problemi con i tassi di interesse più alti.

I rendimenti dei bond societari americani sono in rialzo. Tuttavia, il campanello di allarme per un eventuale crisi finanziaria non sono i tassi delle banche centrali ma il differenziale tra i rendimenti dei bond meno affidabili rispetto a quelli più affidabili. Questo differenziale è influenzato dalla propensione al rischio degli investitori e quindi anche dal loro stato emotivo.

Quello che conta sono le convinzioni dei mercati. Quindi, oltre all’economia reale, contano molto gli annunci e la credibilità delle banche centrali.


© Riproduzione riservata.
Gli argomenti dei blog e i tasti di condivisione li trovi a inizio pagina.

Grazie
Enrico Filippucci
Enrico Filippucci. Profilo X in

Lascia un commento