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Sei sicuro che portare al fallimento una banca sia una colpa?

Portare al fallimento una banca può essere molto attraente.

Dopo il recente salvataggio dal fallimento di quattro banche italiane, molti investitori hanno subito gravi perdite economiche.

Avere il potere di dare soldi in quantità quasi illimitata può dare alla testa. Se poi la testa è criminale, si farebbe di tutto per avere un tale potere. Non è difficile capire che prima che fallisca una banca molti si saranno arricchiti con la pessima gestione o con la gestione criminale dei fondi della banca.

Per questo motivo, i truffatori o i manager incapaci sono sempre venerati prima e dopo il fallimento o il salvataggio.

Un fondato sospetto di aver contribuito, al fallimento di una banca, sembra portare molto in alto:

  • Non credo sia un caso che Giuseppe Mussari di MPS, uno dei manager bancari peggiori, sia stato fino al 2013 a capo dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana). Per fare un buco di miliardi di euro di “favori” con il credito facilissimo ne devi avere fatti tanti. Così di amici te ne fai tantissimi, soprattutto tra politici e potenti.
  • Un altro esempio, Dennis Verdini è stato condannato in appello a oltre 6 anni di carcere per truffa e bancarotta del Credito Cooperativo Fiorentino. Il governo Renzi era sostenuto da una costola del centro destra con a capo Dennis Verdini. Gli uomini che sembrano seminare debiti inesigibili raccolgono molti crediti personali. Verdini ha avuto un ruolo di altissimo rilevo anche nel centro destra, era l’ex Coordinatore Nazionale di Forza Italia. Certi meriti sembra siano apprezzati sia a destra che a sinistra.

Il rapporto della politica con le banche è sempre stato pericoloso, per le banche.

Si dice che MPS sia sempre stata sotto il controllo del PD. Sappiamo che fine ha fatto MPS ma non sappiamo chi sono stati i maggiori beneficiari del suo fallimento. Certi segreti si proteggono ad ogni costo, la misteriosa morte di un alto dirigente di MPS, Davide Rossi, potrebbe essere legata ai tanti soldi perduti da MPS e guadagnati da altri.

Un altro fallimento bancario famoso imputabile alla politica è stato quello di Credieuronord, fortunatamente infinitamente più piccolo di MPS. Il vicepresidente di Credieuronord era il Leghista Gian Maria Galimberti.

Giancarlo Giorgietti, cugino del banchiere Massimo Ponzellini, l’uomo di fiducia di Bossi, era uno dei consiglieri di Amministrazione di Credieuronord. Pare che sia stato anche l’architetto del suo oneroso salvataggio tramite la Popolare di Lodi. Viste le capacità diplomatiche di Giorgetti e le “grane” che ha gestito, non mi sorprende che Giorgetti sia rimasto l’uomo più potente della Lega, dopo i vari segretari che si sono succeduti.

Questi due sono due facili esempi, ma se si va a cercare, in quasi tutti i fallimenti bancari italiani, si trovano coinvolti dei politici o gli amici e i parenti dei politici.

Le banche attirano e fanno la fortuna di tutti i politici, non solo di quelli italiani.

Per consolarci possiamo dire che persino le banche tedesche più piccole sono sotto il controllo politico, infatti il conto per i contribuenti tedeschi è già stato salatissimo. Per salvare le banche lo stato tedesco ha dovuto sborsare oltre 144 miliardi di euro, non si sa quanti di questi soldi rientreranno. Inizialmente le garanzie fornite dallo stato erano arrivate a 270 miliardi di euro.

Il governo tedesco ha fatto di tutto per tenere fuori dal controllo BCE le banche più piccole, evidentemente di scheletri nell’armadio ne hanno anche loro.

I figli non devono subire le colpe dei padri, ma i meriti dei padri se li prendono.

Quando leggo che le colpe dei padri non devono cadere sui figli mi viene da ridere, ma quali colpe? Chi porta al fallimento una banca fa arricchire tantissime persone, queste persone, di solito le più potenti, saranno molto riconoscenti con lui e la sua famiglia. Spesso si scopre che la politica ha beneficiato da questi sperperi, con finanziamenti e con il consenso creato con i soldi di altri.

Portando una banca fino al fallimento, si trasferisce un’enorme quantità di ricchezza da una parte all’altra. L’importante è non essere quelli che alla fine pagano ma quelli che prendono. Questi top manager e i loro complici sono dei Robin Hood al contrario. Spesso prendono ai poveri per dare ai ricchi. Finché sono in attività, si fingono anche mecenati tramite fondazioni e iniziative varie.

Chi potrebbe avere beneficiato dei crediti dei padri?

  • Se la giovane e simpatica figlia di uno di questi nuovi Robin Hood diventa di colpo ministro, è difficile non avere dei sospetti. Magari qualcuno può sospettare che ci sia è arrivata grazie ai “meriti” del padre in Banca Etruria? Chi non ha sospetti, o è in mala fede o vive nel modo delle fiabe.
  • Ma le coincidenze non finiscono qui. Un altro ministro del governo Renzi, Dario Franceschini, aveva il padre Giorgio che ha fatto parte, per molti anni, del CDA di Cassa di Risparmio di Ferrara e della fondazione che la controllava. Cassa di Risparmio di Ferrara è una delle quattro banche fallite e oggetto del salvataggio del governo. Anche in questa banca c’è stato lo sperpero dei fondi della banca certificato dalla Banca d’Italia, ma il CDA e la fondazione non si erano mai accorti di nulla.
  • Perfino Silvio Berlusconi sembra debba molto alla banca in cui lavorava suo padre, la Banca Rasini. Poi la Banca Popolare di Lodi ha comprato sia la Banca Rasini che Cerdieuronord e alla fine ha avuto anche lei grossi problemi finanziari. Nel caso della Banca Rasini le colpe dei manager della banca potrebbero essere di tipo diverso. Comunque, i meriti del padre, con clienti particolari della banca, potrebbero aver contribuito al successo del giovane Berlusconi.

In Italia, avere un parente che ha le mani in pasta in una banca molto problematica, sembra essere un merito importantissimo per la scalata al potere. Un banchiere o un membro del CDA che fa gli interessi dei suoi azionisti e degli obbligazionisti, senza fare “regali” con i soldi degli azionisti e degli obbligazionisti, difficilmente avrà i favori dei potenti e della politica per se e per i suoi familiari.

Come far fallire una banca e vivere felici.

La tentazione di fare favori ai potenti, contro l’interesse della banca, è forte. Elargendo credito agli “amici” si può vivere in un mondo fatato per molti anni.

Vuoi essere presidente dell’ABI? Si può fare. Vuoi un figlio ministro? Si può fare. Basta chiedere, e le tue ambizioni e i tuoi sogni sono esauditi. Per qualche milione o miliardo di euro di credito, da elargire agli amici, si può fare questo e altro.

Poi, dopo molti anni, si faranno i conti, si calcolano le perdite e si cambia il vertice nella banca. Prima però, si fanno scappare gli amici e si cercano i polli a cui far pagare le perdite.

Quando la ricapitalizzazione o il fallimento non sarà più evitabile, i tanti amici potenti, che hanno mangiato alla loro tavola, proteggeranno in tutti i modi questi Robin Hood al contrario. Qualcuno di loro potrebbe scrivere un libro “Come far fallire una banca e vivere felici”.

Il modello di banca ideale per i Robin Hood al contrario.

Questi abusi sono facili quando gli azionisti perdono il controllo della gestione della banca. Rimarrebbe il problema dei controlli teoricamente stringenti delle istituzioni di controllo. Ma se le istituzioni di controllo sono incapaci di fare il loro lavoro o sono influenzabili dalla politica e dai poteri economici, il gioco può continuare.

Quindi, ci saranno altre banche sull’orlo del fallimento, altri aumenti di capitale infiniti e altri salvataggio a spese dei contribuenti. Magari qualcuno riuscirà a fare il capolavoro completo, dopo avere guadagnato saccheggiando la banca, riuscirà a guadagnare anche nei salvataggi delle banche a spese dei contribuenti.

Le banche popolari e le banche controllate da fondazioni, sono il modello di banca ideale per la carriera di manager che non fanno l’interesse della banca e dei suoi creditori. Però, senza la Consob e la Banca d’Italia, che sembrano non aver visto nulla, il capolavoro dell’esproprio dei ricchi sui poveri, è difficile da realizzare. Immagino che bloccare chi regala i soldi degli altri crei tanti nemici potenti. Invece, fare finta di non vedere ti può creare tante amicizie pronte a ricambiare. Ora c’è il controllo della BCE su quasi tutte le banche, ma forse per molte banche è già troppo tardi.

La trasformazione delle banche popolari in SPA è una delle decisioni migliori e più coraggiose del governo Renzi. Ovviamente e anche una delle decisioni più osteggiate dai gruppi di potere e dai partiti. Purtroppo, è arrivata tardi, i danni sono già stati fatti e gli effetti della riforma devono ancora arrivare.

Un passo avanti e tre indietro:

1 – Un decreto recente del governo impedisce a chi ritiene di essere stato truffato, dopo il salvataggio di una banca in fallimento, di agire giudizialmente in sede civile contro gli ex vertici degli istituti di credito.

La banca d’Italia, che ha mal vigilato, diviene l’unica che può approvare dei commissari speciali. Gli eventuali truffatori temo che potranno godersi serenamente i meriti e i soldi, protetti dallo scudo del governo e della banca d’Italia.

Decreto legislativo numero 180 del 16-11-15 articolo 35. “L’esercizio dell’azione sociale di responsabilità e di quella dei creditori sociali spetta ai commissari speciali, sentito il comitato di sorveglianza, previa autorizzazione della Banca d’Italia. (Azione sociale di responsabilità contro i membri degli organi amministrativi e di controllo e il direttore generale, dell’azione contro il soggetto incaricato della revisione legale dei conti, nonché dell’azione del creditore sociale contro la società o l’ente che esercita l’attività di direzione e coordinamento) …

2 – Il governo Renzi ha dato la possibilità di ricorrere al voto plurimo per le società quotate. Con il voto plurimo, una minoranza di azionisti può cambiare le regole di governance di una società quotata e far valere di più il voto della minoranza.

Questa legge crea un probabile danno patrimoniale alla maggioranza defraudata del potere di voto. La minoranza che governa i beni della maggioranza potrebbe trascurare l’interesse dell’azienda, per fare quelli della minoranza e dei loro amici.

3 – Il governo ha anche introdotto una Tassa sul risparmio più pesante per i risparmiatori e più leggera per gli azionisti di controllo.

Conclusione.

La situazione è ancora molto delicata, le sofferenze bancarie lorde dal massimo di oltre 200 miliardi di €, ad aprile 2017, hanno cominciato a scendere. I dati pubblicati da Banca d’Italia ci dicono che le sofferenze bancarie lorde, a febbraio 2019, si sono fermate a 100,18 miliardi e sono scese di 63 miliardi di € in un anno.

Tuttavia, il costo del credito in Italia è sempre più alto della crescita del PIL. Quindi, ci saranno ancora nuove sofferenze bancarie “genuine” derivanti dalla stagnazione economica. Purtroppo, la politica, nonostante i disastri che tutti i partiti hanno contribuito a creare nelle banche, non sembra voler mollare il controllo su buona parte del sistema bancario italiano.

Contribuire al fallimento di una banca sembra sia ancora un merito e mai una colpa, garantisce molte protezioni e fa fare grandi carriere.

Sembra che nulla cambi e nulla cambierà, ad esempio, dopo quasi un anno dalla scrittura di questo articolo è scoppiato l’ennesimo caso di vertici bancari che avrebbero fatto favori agli amici con i soldi della banca e ostacolato la vigilanza. Questo è il titolo del Corriere della Sera del 18-11-2016:

UBI chiusa l’inchiesta. Presunto «patto segreto» tra le due componenti di UBI, bergamasca e bresciana. Illecita influenza sull’assemblea del 20 aprile 2013, beni in leasing venduti agli amici. Indagati 28 amministratori e dirigenti.

Se fossero colpevoli i vertici della banca, tra prescrizioni e scudi del governo, non rischiano quasi nulla. Bello avere tanti amici. Ci vorrebbero anche gli amici di risparmiatori e azionisti.

Per sperare di evitare altri fallimenti disastrosi, le banche devono rispondere agli azionisti di maggioranza e al controllo di istituzioni veramente indipendenti. Magari evitando di salvare sempre chi truffa e ruba in quantità industriali.


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Grazie
Enrico Filippucci
Enrico Filippucci. Profilo X in

4 commenti su “Sei sicuro che portare al fallimento una banca sia una colpa?”

  1. se Bankitalia non torna ad essere parte esterna al sistema bancario, stiamo parlando del nulla. il Cda di bankitalia è in mano alle banche … controllori e controllati non possono e non debbono essere della stessa parte

    Rispondi
    • Non sono un esperto di istituzioni e in particolare di Bankitalia. Tuttavia, non mi risulta che le banche abbiano un potere effettivo su Bankitalia. Qualsiasi istituzione se si lascia corrompere o influenzare non può essere imparziale. Se chi governa Bankitalia venisse scelto dalla politica o dalle banche, tutte le speranze di imparzialità faranno una brutta fine. Qualche governatore è stato pessimo, Fazio è uno di questi.

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