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Su Linkedin si deve restare professionali? Cosa si può fare?

Sbaglia chi non ha solo comportamenti professionali su Linkedin?

Sarà capitato anche a voi su Linkedin di vedere questi accorati appelli agli iscritti, affinché mantengano comportamenti professionali. A me capita spesso di vedere questo tipo di campagne spontanee che cercano di preservare la vocazione professionale di Linkedin.

La più diffusa e ricorrente di queste campagne, contro l’uso stile Facebook di Linkedin, l’ho utilizzata anche io per l’immagine di questo articolo. Non si sa chi l’abbia lanciata inizialmente, ma è stata ripresa e tradotta mille altre volte da altri con lo stesso fine “moralizzatore”. Io non aderisco a questa campagna, che potrei anche teoricamente condividere ma che non ha senso.

Come siamo arrivati allo “scontro”.

Linkedin ha continuato ad evolvere, ora si possono mettere contenuti di ogni tipo. Inizialmente i gruppi erano il luogo dove ci si poteva riunire per interessi o finalità. Se io creassi un gruppo privato per appassionati di enigmi matematici, gli iscritti non si lamenterebbero se il gruppo fosse inondato di indovinelli matematici. Nessuno al di fuori del gruppo ci potrebbe dire nulla, nessuna informazione verrebbe data all’esterno.

I social network vogliono che noi creiamo sempre nuovi contenuti, ci danno sempre nuovi strumenti e continuano a migliorarli. Per un social network, qualsiasi contenuto di successo, che non violi le regole di base, è il benvenuto.

Bisogna rinunciare ai nostri interessi per non infastidire gli altri?

Non esistono regole, l’unica cosa che si può consigliare è di informarsi e riflettere prima di agire. Ad esempio, può essere utile capire come funziona la home page o leggere le regole dei gruppi. Sembra ovvio ma in pochi lo fanno.

Sei sicuro che il problema di Linkedin siano le persone che si divertono?

Linkedin non è Facebook gattino indeciso

Qualsiasi cosa può diventare fastidiosa, non solo gli enigmi matematici o le frivolezze. Ad esempio, le foto o le notizie delle nostre attività professionali sono sicuramente in linea con Linkedin. Tuttavia, potrebbero non interessare alla maggioranza delle persone dentro Linkedin. Persino le offerte di lavoro, specialmente quelle non verificate da nessuno, che invadono ovunque Linkedin, possono essere fastidiose o diventare una forma di spam. Le offerte di lavoro, insieme ai corsi, sono tra le tipologie di spam più diffuse su Linkedin.

Difficile e faticoso fare distinzioni nella massa delle offerte di lavoro. Ho trovato false offerte di lavoro, che vendevano corsi, persino tra quelle postate su Linkedin a pagamento. Ci sono persone pagate per diffondere ovunque contenuti formalmente professionali. Ognuno è libero di fare come crede, ma ad esempio, nei nostri gruppi abbiamo eliminato le offerte di lavoro libere. Troppo spam, troppi raggiri. Chi ha fatto della condivisione ovunque un mestiere lo farà dove è consentito.

Ci sono persone che mandando migliaia di richieste a migliaia di persone, per essere aggiunti ai loro contatti su Linkedin, alcuni lo fanno per avere le email con cui poter fare spam dei loro prodotti, servizi e corsi. Queste persone sono professionisti che, spesso con un profilo personale accattivante, fanno spam. Se lo fanno vuol dire che ancora funziona, evidentemente molti accettano di subire questi comportamenti o non si sanno difendere. Questo può essere più fastidioso di postare foto di gattini su Linkedin.

Spesso basta conoscere Linkedin per non subire gli aggiornamenti degli altri.

Linkedin è sempre più complesso, è difficile rimare aggiornati con i cambiamenti. Linkedin non facilita la gestione degli aggiornamenti, preferisce inondarci di aggiornamenti se siamo pigri. Ho scritto alcuni articoli su come gestire gli aggiornamenti di Linkedin, chi vuole gestirli, invece di subirli può trovare qualche consiglio utile.

  • Chi si lamenta perché riceve aggiornamenti fastidiosi dai suoi contatti, è come un telespettatore che non sa usare il telecomando.
  • Chi continua a postare enigmi, foto delle vacanze e persino offerte di lavoro, senza riflettere, probabilmente perderà opportunità di lavoro e danneggiare la sua reputazione online. Ma non è una regola, come vedremo, in alcuni casi potrebbe invece trovare un lavoro facendo cose di solito controproducenti.

Come evidenzia il nostro sondaggio, Linkedin è usato per i fini non professionali più diversi o per fini professionali formalmente non consentiti su Linkedin.

I nostri comportamenti definiscono il nostro brand sui social network.

Non si può definire con certezza cosa è meglio fare su un social network. Ad esempio:

  • Postare le foto delle vacanze su Linkedin potrebbe essere un modo per far vedere il nostro lato umano e rimanere simpatici. Magari scelgono di convocare una persona anche perché ha tante foto simpatiche, questa persona può sembrare più allegra e umana.
  • Un genio degli enigmi potrebbe venire scelto proprio perché ha dimostrato pubblicamente di avere un’intelligenza particolare. Non ci credete? Leggete cosa scrive Laszlo Bock, il capo delle HR di Google.
Quiz di Google per assumere i migliori talenti
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Forse l’errore di questa campagna di assunzioni per computer scientist è stato non mettere il puzzle negli aggiornamenti di Linkedin. :-)

  • Perché Laszlo ci vuole insegnare qualcosa? Perché vuole migliorare la sua immagine sul web, quella dell’azienda per cui lavora e, in questo esempio, perché sta promuovendo il suo ultimo libro.
  • Questo comportamento è professionale? Credo di sì, ma non mi interessa e non è importate, non sono il capo di Laszlo. Lo seguo perché è una persona che scrive spesso cose interessanti e originali. Certo, se esagerasse con le promozioni del suo libro smetterei di seguirlo per un po’. :-)

Difficile definire in generale cosa sia professionale e cosa no, cosa porta a farsi scegliere e cosa porta a frasi scartare. Ognuno fa quello che vuole su Linkedin ma la domanda che dovremmo farci è: sono consapevole delle conseguenze dei miei comportamenti in rete?

I nostri comportamenti definiscono il nostro brand sui social network. Ognuno deve decidere consapevolmente come comportarsi sui social network, se non lo fa rischia di danneggiarsi da solo. Questo vale sia per le persone che per le aziende. Ne ho scritto in questo articolo sulla web reputation e il personal branding.

Ma cosa diventerà Linkedin?

Mi potreste dire: “se non cambiamo verso, Linkedin diventerà come Facebook“. I due social network stanno già convergendo da molto tempo per loro volontà, si copiano a vicenda.

Non credo sia possibile che Linkedin perda la sua anima professionale. Ad esempio, i gruppi professionali, nei gruppi gestiti bene o si seguono le regole del gruppo o si viene moderati o espulsi.

Nel nostro gruppo professionale in alcuni casi non si riesce nemmeno a entrare. Questo non significa che chi non viene ammesso o chi viene espulso stia sbagliando. Significa solo che il profilo o il comportamento non è in linea con le regole o gli obiettivi del gruppo.

Cosa diventerà Linkedin? Lo decideremo noi con i nostri comportamenti e con le nostre scelte. Non perdete tempo in campagne “moralizzatrici” inutili ma imparate sempre cose nuove, migliorare il vostro brand e scegliete come deve essere per voi Linkedin. Se non farete le vostre scelte subirete le scelte degli altri.


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Enrico Filippucci
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