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  • From Enrico Filippucci on La tassa sulle rendite finanziarie al 26% salva i grandi investitori.

    Ho fatto bene a non fidarmi, come immaginavo l’emendamento “elettorale” del 21 Maggio è stato ritirato il 29 Maggio, avrebbe aumentato le rendite finanziarie dei vari Berlusconi, Colaninno, De Benedetti, Della Valle etc. dal 20% circa al 26% circa. Credo che i giornali abbiano dato così la notizia: L’emendamento al DL 66/2014 è stato ritirato il 29 Maggio 2014 nella Commissione Bilancio e Finanze del Senato. Un modo per nascondere questa notizia, invece della notizia “chiara”, anche per un normale cittadino italiano, non se ne trova traccia sui giornali. Una notizia così sarebbe stata da prima pagina, gli interessi in gioco sono enormi, capite facilmente che i potenti che controllano politica e informazione in Italia, hanno fatto sparire questa notizia. I partiti e i movimenti vi pare che possano mai denunciare un favore fatto ai loro generosi finanziatori? Era solo una goffa presa in giro, da lanciare strategicamente poco prima delle elezioni, per paura che qualche italiano avesse capito che cosa hanno fatto con questa “rimodulazione” delle rendite finanziarie, che invece protegge solo i privilegi dei potenti e crea danni all’economia italiana e quindi ai cittadini italiani. Per i risparmiatori invece niente salvataggi, pagheranno il 26%, senza nemmeno poter dedurre eventuali perdite dall’Irpef!
    2014/06/05 at 9:57 am
  • From Enrico Filippucci on Disoccupazione: bilancio drammatico per chi ha oltre 44 anni.

    Secondo il Rapporto di Confartigianato 3.247.700 italiani sono disoccupati. A questi si aggiungono 1.703.500 inattivi scoraggiati, persone che non cercano lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo, e 330.900 cassintegrati, per un totale di 5.282.100 persone che vivono gravi difficoltà nel mercato del lavoro. Da un articolo di Alberto Magnani sul Sole 24 Ore del 6 maggio – leggi su http://24o.it/lJxId

    2014/06/04 at 6:23 pm
  • From Enrico Filippucci on La tassa sulle rendite finanziarie al 26% salva i grandi investitori.

    Stavo per modificare l’articolo ma non mi fido, aggiungo un commento.

    In un certo senso una risposta c’è stata. Oggi 21-maggio-2014, alla vigilia delle elezioni, leggo in prima pagina sul sole24ore, che hanno approvato un emendamento per portare l’aliquota massima al 26% anche sulle partecipazioni qualificate (le quote di controllo delle aziende). La quota su cui calcolare la tassa in dichiarazione IRPEF sale al 60,46%, ovvero lo sconto è di quasi il 40%.

    Non hanno riequilibrato la tassazione, come da noi suggerito, hanno alzato solo una tassa. Ovviamente se sarà confermato.

    Dubito che dopo le elezioni verrà confermato, infatti potrebbe essere solo una astuzia per rabbonirci o non esporre il fianco poco prima delle elezioni. A meno che non si siano accorti dello sbaglio del calcolo del gettito e sono corsi ai ripari.

    Con un ulteriore aumento del carico fiscale in Italia, tutto quello detto nell’articolo, tranne forse l’incostituzionalità della legge, diventa anche più significativo. Si disincentiva l’investimento nelle aziende italiane ancora di più, gli effetti deflattivi aumentano.

    Il rischio di incostituzionalità non è stato eliminato. Anche con l’emendamento appena approvato, la tassa è solo molto meno regressiva. I meno abbienti vengono tassati al 26% fisso, mentre chi è subito sotto l’aliquota massima e ha partecipazioni qualificate, pagherà meno del 26%.

    Inoltre, per i risparmiatori non esiste nessuna progressività, finché si pagava il 12,5%, questo non era un problema ma quando arrivi a pagare il 26% ci vuole la progressività imposta dalla costituzione. Senza dimenticare che solo le partecipazioni qualificate possono dedurre le perdite dall’Irpef, riservando così solo ai più ricchi, un vantaggio fiscale considerevole. Conclusione, la legge non rispetta ancora la costituzione.

    La soluzione migliore è sempre mantenere il carico fiscale previsto ma ripartito tra partecipazioni qualificate e non qualificate. Ad esempio, un 22% per qualificate e non qualificate. L’ideale sarebbe 20% su quelle non qualificate e 24% massimo sulle qualificate.

    Si eviterebbe il rischio di incostituzionalità ma, soprattutto, si ridurrebbe di più il calo dei consumi delle famiglie italiane.

    2014/05/21 at 4:49 pm
  • From Marino Maiorino on A chi è servita Garanzia giovani? Un bilancio deludente

      Posso forse chiarire il senso dei limiti dell’iniziativa (tra i 15 e i 29 anni), con l’obiettivo di far riflettere.

      Sebbene 15 anni possano sembrare uno scandalo per noi che abbiamo leggi che sembrano fatte apposta per farci discutere del sesso degli angeli, questa è un’iniziativa Europea, che come tale deve tener conto delle legislazioni di tutti i Paesi UE. Qui in Olanda, ad esempio, è perfettamente legale (ci sono anche contratti appositi) che i ragazzini comincino a guadagnarsi qualcosa andando a sistemare gli scaffali dei supermercati.

      In Italia è impensabile, lo so, ma solo perché le nostre leggi, invece di andare incontro a chi magari ha davvero bisogno (e questi ragazzini NON ne hanno, ve l’assicuro), preferiscono creare falsi ideali di purezza e legalità.

      Uno speciale contratto tutelato per legge avrebbe risolto il problema del lavoro minorile anche in Italia, ma se non siamo in grado di far rispettare i contratti per i lavoratori adulti, chi si sarebbe preso la briga di tutelare i ragazzini?

      Il secondo limite, 29 anni, è ancora basato su considerazioni di ambito europeo, non italiano. Sempre qui in Olanda i ragazzi cominciano a farsi una famiglia (con bambini e tutto) seguendo ritmi e tempi molto più naturali (se credete che sia normale cominciare ad avere bambini a 40 anni come facciamo in Italia in attesa della casa, della posizione adeguata…).

      Avere 25 anni e due bambini, e vivere come cavolo viene è cosa normalissima, ma c’è il problema che un giovane così non sarà in grado di far crescere i pupi senza un lavoro.

      Insomma, la preoccupazione è per i pupi, che altrimenti i servizi sociali prenderebbero in affidamento (e sono autentiche carogne, al riguardo), e quanto costerebbe così la disoccupazione dei genitori? Oltre ad aver creato una generazione di orfani per legge! Dopo i 29 anni, in Europa il problema non è così grave, in genere uno ha già abbastanza esperienza da riuscire a trovare un’altra occupazione (qualunque cosa) in tempi accettabili.

      Dunque il punto è questo: è una legge dell’Europa per l’Europa. L’Italia (e la Spagna, il Portogallo, la Grecia) ha una realtà sociale e lavorativa diversa, e per questo la legge (questa, ma tante altre) si applica poco e male a noi. Son soldi che ci manderanno, se ne spenderanno pochi, torneranno indietro, e poi dovremo pure sentirci dire che non siamo capaci di questo o quell’altro.

    2014/05/05 at 9:29 am
  • From Francesco Venti on A chi è servita Garanzia giovani? Un bilancio deludente

    Il problema è che per il momento, almeno in Umbria, il progetto sembra essere stato attivato solo per le persone fino a 24 anni; per la fascia 25-29 bisognerà aspettare almeno sei mesi, stando a quanto scritto nel sito del centro del lavoro.

    Questo secondo me esclude una grossa fascia di possibili destinatari (me incluso).

    Qualcuno sa se è così in tutta Italia? Perché se fosse realmente così, sarebbe l’ennesima presa in giro, anche perché, come scritto anche nei commenti precedenti, chi ad esempio ha finito di studiare 2-3 anni fa a 23-24 anni e non ha ancora trovato lavoro, verrebbe automaticamente escluso

    2014/05/04 at 1:54 pm