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Tutti i Commenti nel sito

Qui trovi tutti i commenti e le risposte. I commenti provengono dai post dei blog del sito o dalle pagine. Sono ordinati con i più recenti in alto. In ogni commento c’è il link al post commentato. Buona lettura.

  • From gio on I migliori spin doctor e professionisti di comunicazione politica

    Segnalo che Rita Fantozzi è purtroppo mancata quest’anno.
    2016/08/08 at 2:25 pm
    • From Enrico Filippucci on I migliori spin doctor e professionisti di comunicazione politica

      Grazie della segnalazione. Mi dispiace davvero, una donna così giovane e bella. Dopo aver fatto ricerche su di lei e aver scritto di lei mi sembrava di conoscerla. Cancellara non è stata una scelta facile, mi è sembrato di farle un torto. Rimmarrà questo commento e il link all’articolo con la notizia.

      2016/08/08 at 2:59 pm
  • From Fernandes Antonia kerly on I migliori spin doctor e professionisti di comunicazione politica

    Alberto Castelvecchi non ho visto il suo nome nella lista

    2016/08/01 at 7:07 am
    • From Enrico Filippucci on I migliori spin doctor e professionisti di comunicazione politica

      Grazie per il suggerimento. Su Alberto Castelvecchi, ho trovato solo che è docente di Public Speaking dell’università Luiss. Ho visto che ha commentato la comunicazione dei politici. Non mi basta una foto con Renzi nel sito. Non si sà se abbia lavorato per politici e cosa abbia fatto per loro. Se puoi documentare per quali leader politici ha lavorato e cosa ha fatto per loro, valuterò se inserirlo. Purtroppo potrebbe essere anche il migliore ma a me interessa un dato oggettivo, sapere per chi ha lavorato.

      2016/08/01 at 10:16 am
  • From Andrea Torti on I social network più amati dagli utenti USA

    A giudicare dal numero di post contenenti il meme #RIPLinkedIn, la soddisfazione degli utenti per il social network dei professionisti sembra restare a livelli bassi, se non a calare ancora.

    I più risentiti sembrano essere i membri paganti, che a fronte della somma versata ritengono di meritare di più in termini di visibilità.

    Inoltre, la decisione della piattaforma di “limare” il numero di connessioni eccedenti il limite canonico di 30.000 unità sembra aver gettato altra benzina sul fuoco…

    2016/07/23 at 7:17 pm
    • From Enrico Filippucci on I social network più amati dagli utenti USA

      Dopo oltre due anni dal tuo commento posso dire che Linkedin è ancora peggiorato molto secondo me. Non potendo organizzare i contatti, mi ritrovo con una lista ingestibile di oltre 2000 profili. Certo, pagando oltre 30 euro al mese a Linkedin si può ancora fare, ma sinceramente mi sembra un ricatto distruggere il mio lavoro di classificazione se non pago.

      Senza parlare poi di quello che hanno fatto ai gruppi dal 2013 in poi.

      2018/10/15 at 3:20 pm
  • From Renato Antonino on I social network hanno preso di mira anche il tuo lavoro

    Ciao Enrico, sono appena entrato e naturalmente sto leggendo con interesse ciò che scrivi… La prima impressione è che mi sembra di essere caduto su un altro pianeta.(sono io che ero rimasto inavvertitamente su un’altro pianeta..)
    Il quadro che descrivi e che sono propenso a credere come vero, mi risulta terrificante. Premette alla perdita del libero arbitrio delle Persone.
    Ho iniziato la mia carriera 58 anni fa dove la legge era: meriti…? allora vai avanti!, dove gli imprenditori cercavano i migliori per diventare concorrenziali e migliorare i propri prodotti…
    Se guardo la mia storia, il trend di discesa è iniziato nel 1968 e non è ancora terminato… vorrei sperare ancora anche se guardando dalla finestra vedo solo assembramenti di formiche che corrono senza una apparente direzione.

    2016/07/21 at 8:24 pm
    • From Enrico Filippucci on I social network hanno preso di mira anche il tuo lavoro

      Ciao Renato, volevo suscitare un po’ di paura ma forse ho esageraro :-) La situazione è difficile ma ci sono sempre delle opportunità.

      Guarda il lato positivo, non ci sono guerre in Italia da tanti anni. Abbiamo ancora molti punti di forza. Tutte queste tecnologie ci permettono di comunicare con migliaia di persone. Mi ha fatto piacere la tua visita. Forza e coraggio, mai arrendersi!

      2016/07/22 at 12:29 am
  • From nemesys on Brexit, ora che fare? Diventiamo tutti paradisi fiscali?

    Mi è bastato il titolo…
    1) Il Regno Unito ha già un regime fiscale migliore rispetto a molti paesi europei (esempi: la city di Londra e l’isola del Jersey che è un vero e proprio paradiso fiscale);
    2) I primi che pagheranno per l’uscita dall’UE della Gran Bretagna saranno proprio i britannici, che andranno in contro ad una “minicrisi” per permettergli di riassestarsi a livello economico;
    3) Dire che un paradiso fiscale sfrutta le debolezze dei paesi vicini è assurdo, visto e considerato che la Svizzera confina con Germania, Austria, Italia e Francia, e non credo che tutti questi paesi “godano” di problemi a livello strutturale, anzi;
    4) e concludo: dire che dobbiamo aumentare la competitività dei nostri paesi nei confronti dei paradisi fiscali è un’altra stupidaggine, visto che quello è l’ultimo problema di cui preoccuparci. La questione europea va rivista, e anche il discorso del mercato unico, ma le priorità devono essere le politiche di crescita, punto e basta.

    2016/07/07 at 11:12 am
    • From Enrico Filippucci on Brexit, ora che fare? Diventiamo tutti paradisi fiscali?

      Credo che avresti potuto leggere meglio l’articolo prima di scrivere, alcune delle cose che dici sono quelle che dico anche io.
      Comunque, altre cose che scrivi sono smentite dai fatti:

      1) La Gran Bretagna subito dopo la Brexit ha annunciato che ridurrà le tasse sulle imprese http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/04/brexit-il-piano-di-londra-abbattere-le-tasse-alle-imprese-al-15-ma-il-regno-unito-non-sara-un-paradiso-fiscale/2879804/

      2) Sono d’accordo con te, l’uscita dall’UE della Gran Bretagna potrebbe costare cara ai britannici, mai scritto il contrario.

      3) e 4) Se le tasse fossero più basse in Europa sarebbe molto più difficile fare dei paradisi fiscali. Il rischio non compenserebbe il risparmio. Le tasse non si possono abbassare se lo stato è inefficiente, sprecone o corrotto. L’inefficienza porta anche a perdite di tempo per le imprese.

      Facile dire facciamo politiche di crescita, lo diciamo inutilmente da 20 anni, ma come pensi di fare le politiche di crescita se le tasse sono altissime e i tuoi vicini le hanno molto più basse? Il Pil dell’Irlanda nel 2015 è stato del 26,3%, pensi che gli Irlandesi siano dei geni oppure ci fanno concorrenza con tasse molto più basse? Fare finta che non esista il problema fa comodo a molti. Domandati perchè i giornali non ne parlano.

      Spesso sono gli stessi politici europei i primi a portare i soldi nei paradisi fiscali, mentre a noi ci alzano le tasse. Blair ha indetto il referendum sulla Brexi e aveva i soldi in un conto segreto in un paradiso fiscale. Il Ministro dell’Industria spagnolo Jose Manuel Soria, si è dovuto dimettere perchè risultava nella lista dei Panama papers. Stessa lista e stessa fine per il Primo ministro islandese Sigmundur David Gunnlaugsson.

      Ho pubblicato il tuo commento anche se sei anonimo, ma avresti potuto mettere il tuo nome e cognome, perchè ti nascondi?

      2016/07/07 at 1:07 pm
  • From Andrea Torti on Brexit, ora che fare? Diventiamo tutti paradisi fiscali?

    Tutti punti molto condivisibili, secondo me: speriamo che la Brexit sia un campanello d’allarme efficace e spinga finalmente l’UE a recepire le critiche.

    2016/07/01 at 3:51 pm
  • From maria on Fai un checkup al tuo profilo professionale su Linkedin!

    molto chiaro. grazie.

    2016/06/29 at 4:19 pm
  • From Michele on Brexit, ora che fare? Diventiamo tutti paradisi fiscali?

    Sottoscrivo tutto ma in Italia c’è qualcuno politicamente influente che diffonda queste idee??. Mi sembra che si continui ad andare verso l’esatto opposto purtroppo.

    2016/06/26 at 3:19 pm
  • From Andrea Torti on Microsoft con Linkedin: cosa potrebbe andare storto?

    In effetti, ultimamente LinkedIn sembra intento a irritare deliberatamente i propri “utenti comuni” – gli amministratori e membri dei gruppi in primis, come giustamente ricordato, ma anche altre categorie, com gli appassionati di Pulse, sempre più messi in disparte a favore degli Influencer – e sempre più tentati di rivolgersi altrove (beBee sta promuovendosi bene cavalcando la loro insoddisfazione).

    Sono assolutamente d’accordo sul valore delle comunità – e secondo me è proprio la noncuranza per le interazioni fra utenti a penalizzare anche Twitter, per esempio.

    Speriamo che l’accordo LinkedIn-Microsoft porti aria nuova!

    2016/06/21 at 1:35 pm
    • From Enrico Filippucci on Microsoft con Linkedin: cosa potrebbe andare storto?

      Ciao Andrea,
      grazie per il commento. Mi spieghi meglio cosa intendi quando dici che gli utenti di Pulse sono sempre più messi da parte rispetto agli influencer? Non mi risulta che in Italia Linkedin abbia iniziato a nominare i suoi influencer ufficiali?

      2016/06/21 at 1:51 pm
      • From Andrea Torti on Microsoft con Linkedin: cosa potrebbe andare storto?

        Sì, forse non mi sono spiegato al meglio :)

        Volevo dire che molti utenti – sia italiani che stranieri – hanno visto i propri contenuti ricevere sempre meno interazioni; in particolare, coloro che scrivono in lingua Inglese si lamentano dell’eccessivo peso dato agli Influencer.

        Nominare Influencer italiani?

        Non sarebbe una cattiva idea :)

        2016/06/21 at 4:09 pm
  • From anna on Lo stupore dei datori di lavoro che non trovano personale.

    Ho letto l’articolo e lo trovo interessante. Una domanda però mi sorge spontanea: Chi ti aiuta a capire quali competenze ed eventuali lacune colmare se molte aziende non ti offrono un colloqui o dopo avertelo “concesso” generosamente, non ti danno neppure un feedback che indichi il motivo per cui non sei stato preso in considerazione?

    Scusate ma proprio ieri ho sostenuto un colloquio e ho ricevuto una mail fredda in cui mi si da il contentino della conservazione del mio CV in archivio per future collaborazioni…. devo aspettare ancora? PS: una volta il lavoro veniva dato anche sulla “fiducia” e poi il dipendente cresceva all’interno dell’azienda, oggi Ti vogliono svezzato, cresciuto, ultracompetente, bilingue o trilingue, dotato di soft skills o competenze trasversali … ma la di fuori dell’ambiente di lavoro dove le coltivi queste soft skills? Grazie e scusate lo sfogo, ma 3 anni di ricerca senza mai ricevere un feedback, capite che un pochino fa arrabbiare….

    2016/06/15 at 4:40 pm
    • From Enrico Filippucci on Lo stupore dei datori di lavoro che non trovano personale.

      Cara Anna,
      nessuno ti aiuta, siamo soli, non rimane che lottare e provare di tutto, sperando di non farsi beccare dagli avvoltoi.
      Sì, gli avvoltoi quando c’è qualcuno che soffre non mancano mai.

      2016/06/15 at 4:46 pm