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Qui trovi tutti i commenti e le risposte. I commenti provengono dai post dei blog del sito o dalle pagine. Sono ordinati con i più recenti in alto. In ogni commento c’è il link al post commentato. Buona lettura.

  • From avv. zanchetta on Elezioni europee 2014: dati italiani rispetto al corpo elettorale.

    Ottima analisi: grazie.
    2016/01/18 at 10:26 pm
  • From dr K on La bolla del debito dei fracker, produttori di shale oil e gas

    I paesi con il costo minore di estrazione sono anche paesi dove l’estrazione e l’esportazione del petrolio potrebbe diventare difficile se non impossibile in tempi brevi.
    L’Arabia Saudita negli ultimi periodi attraversa una grave crisi interna.

    L’attuale monarchia non sembra per ora capace di far fronte alla crescita del consenso da parte della popolazione ai movimenti di opposizione.
    Aggiungendo a questo il ruolo che la Russia (produttore ad alto costo) sta assumendo nella regione, sia a livello militare che politico, alla debolezza di un presidente USA a fine mandato e con un congresso a maggioranza repubblicana non vedo la posizione Saudita come una delle più brillanti.
    Gli USA e i suoi produttori sono sempre usciti vincenti da ogni guerra e si sono sempre risollevati prima degli altri da ogni crisi (creata da loro stessi). Se hanno deciso di esportare petrolio lo faranno e sicuramente ci guadagneranno.
    Per tutti gli altri produttori saranno tempi molto difficili, quindi secondo me saranno loro in maniera diretta o indiretta(…..) a stabilire quale sarà il prezzo di mercato del barile costringendo tutti gli altri produttori a seguirli.

    2016/01/10 at 11:17 pm
    • From Enrico Filippucci on La bolla del debito dei fracker, produttori di shale oil e gas

      Grazie per il commento. Credo che la strategia dell’Arabia Saudita fosse in parte inevitabile. La produzione mondiale di petrolio avrebbe continuato ad aumentare con il petrolio vicino a 100$.

      L’unico modo per bilanciare il mercato, dopo l’arrivo delle tecnologie di fracking, è stato con un crollo del prezzo del petrolio.

      Il Fracking 2.0, che avrebbe dovuto portare il costo di produzione sotto i 20$ al barile, non ha prodotto i risultati sperati in termini di costi ma solo in termini di produzione. Un disastro finanziario e un miracolo produttivo basati su una illusione di efficienza produttiva che non c’è.

      2016/03/01 at 9:45 am
  • From Lino De Filippis on Falsi miti del risparmio gestito, fondi comuni d'investimento e ETF

    grazie, molto utile

    2016/01/04 at 11:01 am
  • From Francesco Basta on Italia: i 3 errori capitali che non smettiamo di fare.

    Enrico e tutti, secondo me ci sono anche altri errori capitali, fra questi soprattutto la scarsa propensione degli imprenditori all’ innovazione e le dimensioni troppo limitate delle imprese. Inoltre (ma non ne sono sicuro essendo fuori dall’ Italia da qualche anno) credo che persista l’ atteggiamento da “padrone” che una volta era largamente diffuso, che avvilisce il personale e finisce col favorire chi si adegua rispetto a chi ha idee.

    2015/12/21 at 12:52 pm
  • From claudio on Lo stupore dei datori di lavoro che non trovano personale.

    Buongiorno a tutti.
    Ho letto con molta attenzione quanto indicato nell’articolo e i commenti. Lavoro nell’ambito della ricerca, selezione e formazione del personale da circa 15 anni e come career coach mi trovo spesso davanti persone che vogliono cambiare lavoro o che sono alla ricerca di occupazione.

    L’articolo è molto interessante e trovo corretto quanto indicato, concordo sul fatto che una maggiore specializzazione da parte dei vari attori che lavorano nel campo della selezione sia un fattore determinante.

    Oggi le aziende cercano sempre più persone che abbiamo buone competenze, tuttavia il requisito principale, per quella che è la mia esperienza, è la richiesta ai selezionatori di trovare persone che possano fare la differenza, i “talenti”. Parlo sia di giovani, con voglia di mettersi in gioco e di dare all’azienda qualcosa in più rispetto a quello che ha. Ci sono e ci saranno sempre aziende che chiedono tanto ed offrono poco (in termini economici e di formazione), come ci saranno sempre persone che cercano uno stipendio e non un lavoro.

    Sono convinto ed ho avuto la fortuna di incontrare nella mia carriera, persone che si sono impegnate nel loro lavoro e che sono arrivate ad avere buone opportunità economiche, come esistono aziende disposte ad investire sulle persone e crescere insieme a loro.

    Oggi in Italia la cultura del “MERITO” è ancora poco perseguita, lo vediamo nella modalità di premio in azienda, spesso il premio è condiviso in misura uguale su tutti, magari tra i tanti non tutti hanno contribuito allo stesso modo al risultato, questo non aiuta la motivazione e la volontà di dare.

    Sappiamo che in Italia esiste ancora molto la “raccomandazione”, quindi non sempre la persona che ricopre un ruolo e lavora è lì per capacità e “meriti”.

    Da coach dico però che ognuno di noi ha dentro di sé la forza per arrivare dove vuole e trovare il lavoro che desidera. Sicuramente è fondamentale partire dalla consapevolezza degli strumenti che uno ha, impegnarsi anche a formarsi per le costruire le competenze che servono per arrivare ad un obiettivo di carriera, sviluppare un piano d’azione preciso e avere la capacità di analizzare i risultati (non serve mandare 100 curricula, è uno spreco di energia).
    Avere un obiettivo chiaro è importante! Oggi cercare un lavoro è un lavoro!

    Grazie a tutti. Buone Feste!

    2015/12/20 at 12:19 pm
  • From Federico Orlandini on Italia: i 3 errori capitali che non smettiamo di fare.

    “A parole diciamo di volere attrarre gli investitori italiani e esteri, ma poi aumentiamo le tasse, soprattutto continuiamo ad aumentare le tasse che gravano su chi vuole investire in borsa. Ad esempio, gli unici in Europa che hanno la Tobin Tax siamo noi e la Francia, i due paesi Europei che continuano a deludere le aspettative di crescita.”
    Il problema n. 1 dell’Italia dunque sarebbe la Tobin Tax? E quale relazione ci sarebbe fra l’incremento degli investimenti in borsa e la crescita del PIL italiano?
    Personalmente credo che l’investimento/speculazione finanziaria sia una delle piaghe del nostro tempo quindi preferisco che venga applicata la Tobin Tax e che si riducano le tasse sul lavoro.
    Potremmo poi parlare della quasi totale mancanza del concetto di “comunità” nell’italiano medio, dell’elevazione ad eccellenza della mediocrità oramai in voga da almeno 20 anni, ma questa sarebbe un’altra storia e richiederebbe credo almeno un migliaio di righe di commento.

    2015/12/17 at 10:02 am
    • From Enrico Filippucci on Italia: i 3 errori capitali che non smettiamo di fare.

      Federico, investire in azioni serve per finanziare le aziende. Inoltre, chi ha un mercato finanziario efficiente ed economico , non solo permette lo sviluppo delle aziende nazionali ma attira anche le aziende straniere.

      Ti sei mai domandato perché l’Inghilterra e gli Stati Uniti sono pieni di multinazionali e sono la culla di quasi tutte le aziende migliori al mondo? Uno dei motivi più importanti è un mercato finanziario molto attraente per gli investitori.

      Qui in Italia si investe quasi solo su bond bancari, titoli di stato, coop e case. Questo è un male sia per gli investitori italiani, che guadagno poco e rischiano molto, sia per le aziende che non trovano credito a sufficienza.

      Applicare la Tobin Tax solo in Italia rende il nostro mercato azionario ancora meno attraente e ancora più insignificante nel panorama mondiale. La competitività delle aziende italiane viene ridotta con meno credito.

      Non capire la differenza tra investitori e speculatori è un problema molto grosso. Molti italiani pagheranno cara la loro ignoranza finanziaria, investire male i propri soldi vuol dire avere problemi in vecchiaia. Lo stato italiano è messo male, la pensione bisognerà saperla integrare con investimenti intelligenti.

      2015/12/17 at 10:24 am
      • From Federico Orlandini on Italia: i 3 errori capitali che non smettiamo di fare.

        “Ti sei mai domandato perché l’Inghilterra e gli Stati Uniti sono pieni di multinazionali e sono la culla di quasi tutte le aziende migliori al mondo?”
        Dove vogliamo mettere la Germania? I paesi nordici quindi dovrebbero essere alla fame?

        “Molti italiani pagheranno cara la loro ignoranza finanziaria, investire male i propri soldi vuol dire avere problemi in vecchiaia”.
        Quindi siamo totalmente in mano alla finanza? Se non si diventa esperti in mercati finanziari siamo condannati a sopperire al grande libero mercato finanziario? (Mi viene in mente giusto ora il caso Banca Etruria).

        La finanza non è la soluzione. La finanza, nei giorni nostri, è il problema. Forse sto mischiando (erroneamente) finanza e speculazione ma pensare di discernerle mi pare estremamente difficile.

        2015/12/17 at 11:11 am
        • From Enrico Filippucci on Italia: i 3 errori capitali che non smettiamo di fare.

          Federico, la Germania non ha messo la Tobin Tax, aspetta che la mettano prima gli altri, poi forse la metterà forse no. I tedeschi non sono stupidi, ci tengono al loro mercato finanziario. Inoltre, la Germania ha il sistema finanziario più esposto sui derivati.

          La Tobin Tax colpisce solo gli investitori, chi compra e vende le azioni in giornata non la paga. Favorisce la speculazione e disincentiva gli investimenti, una tassa idiota.

          Per quanto riguarda Banca Etruiria, è proprio il modello finanziario da cambiare. Se non hai un mercato azionario le aziende si finanziario con le banche, le quali danno credito per “amicizia” e poi falliscono. In Italia questo modello sta per scoppiare, i crediti deteriorati continuano a crescere.
          https://jobseekeritalia.it/2015/12/13/fare-fallire-una-banca-e-vivere-felici/

          Senza finanza come fai a creare un’azienda?
          https://jobseekeritalia.it/2014/06/27/demonizzare-la-finanza-impedisce-la-ripresa/

          2015/12/17 at 11:29 am
  • From Franco Schettino on Lo stupore dei datori di lavoro che non trovano personale.

    Su linkedIn, qualche tempo fa, ci fu una rappresentante di una agenzia di recruiting che affermò qualcosa del tipo “non si trovano persone con queste caratteristiche… ”
    Rispose un dirigente di Federmanager (o analoga): “Dimmi quanti te ne servono!”.

    2015/12/16 at 9:26 pm
  • From Luca Guidi on Italia: i 3 errori capitali che non smettiamo di fare.

    L’analisi – pur di sintesi – in realtà andrebbe allargata almeno al peso della corruzione ed inefficienza della PA nel nostro belpaese, del costo globale di una colonizzazione politica sempre più vorace e bisognosa di risorse per la propria sopravvivenza, all’incertezza normativa con la conseguente costante conflittualità con un sistema di controllo che penalizza di fatto solo i virtuosi. Un solo inciso ulteriore, ancora una volta legato all’insipienza della nostra politica di almeno trent’anni, sulla questione previdenziale: vero che i prepensionamenti hanno causato solo costi per la collettività e nessun beneficio in termini occupazionali, oltre alla creazione di fasce di privilegio inaccettabili, ma non dimentichiamo il fatto che le casse di previdenza sono state gravate da oneri di altra natura come il costo degli ammortizzatori sociali, che per loro stessa natura e definizione etica dovevano essere a carico della fiscalità generale. Mi fermo qui perché ogni volta che si toccano questi temi l’onda dello sdegno e gli spunti di critica diventano inarrestabili. L’intero sistema paese andrebbe ristrutturato, a partire dall’etica pubblica e privata (imprenditoriale).

    2015/12/16 at 6:37 pm
  • From Maurizio Ratti on Italia: i 3 errori capitali che non smettiamo di fare.

    Parole sante…..niente da aggiungere.

    2015/12/12 at 1:16 pm
  • From Piero Chiodi on Italia: i 3 errori capitali che non smettiamo di fare.

    Io sono d’accordo con il primo ed il terzo punto, non con il secondo visto che l’età pensionabile è stata elevata a 67-68 anni. Altro che prepensionamento! se si perde il lavoro a 50-55 anni sono dolori seri! magari ci fossero per taluni casi i prepensionamenti. In Italia si preferisce prendere un giovane perchè può essere sottopagato legalmente, invece gente con esperienza ma di una certa età è costretta ad andare all’estero, tipo UK, dove valorizzano le capacità del lavoratore e se ne fregano della sua età.
    Questo è uno dei grossi male dell’Italia.

    2015/12/09 at 7:27 pm
    • From Enrico Filippucci on Italia: i 3 errori capitali che non smettiamo di fare.

      Piero, per chi ha oltre 50anni e non trova lavoro, potrebbero aiutarli a trovare lavoro o trovare delle forme di sostegno, non mandare in pensione prima chi ha un lavoro.

      Per alcune categorie stanno cercado di fare prepensionamenti. Se potessimo sostenere il costo, se non fosse necessario ridurre le tasse sul lavoro e se non fosse riservato solo ad alcune categorie, sarei favorevole.

      I prepensionamenti non aiutano chi è senza lavoro, anzi impediscono la riduzione delle tasse sul lavoro e di conseguenza le possibilità di trovare lavoro e le disponibilità economiche di chi lavora.

      2015/12/09 at 8:43 pm