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Tutti i Commenti nel sito

Qui trovi tutti i commenti e le risposte. I commenti provengono dai post dei blog del sito o dalle pagine. Sono ordinati con i più recenti in alto. In ogni commento c’è il link al post commentato. Buona lettura.

  • From Maurena Ganapini on Falsi miti del risparmio gestito, fondi comuni d'investimento e ETF

    Dopo questa lettura ,sono ancora più preoccupata di prima e non so come comportarmi. La banca dei miei anziani genitori ,li ha contattati in quanto da febbraio 2017 ,chiuderanno le gestioni patrimoniali ,quindi ha consigliato loro di spostare il denaro su fondi comuni di investimento . Hanno consigliato 3 tipi di fondi obbligazionari per differenziare meglio l’investimento . Non sono previsti costi di ingresso ,ma una penale in caso di recesso prima di 3 anni .Mia madre ha confessato qualche perplessità e ha chiesto di fare un conto di deposito per prendere tempo e valutare,ma le hanno risposto che non ne fanno più perché gli interessi sono negativi . Che fare? Grazie . Maurena .
    2016/11/09 at 11:57 pm
    • From Enrico Filippucci on Falsi miti del risparmio gestito, fondi comuni d'investimento e ETF

      Cara Maurena,
      fai bene ad essere preoccupata. I costi ci sono anche se non te li fanno vedere. Quello dei costi è solo uno degli aspetti. Teoricamente i fondi obbligazionari hanno pochi rischi. In pratica però se alzano i tassi i rischi ci sono, senza contare che un fondo può fallire più facilmente di una obbligazione statale. Non ci sono scelte facili quando si tratta di investire, senza rischio non c’è guadagno.

      2016/11/10 at 1:00 am
      • From Fulvio Marchese on Falsi miti del risparmio gestito, fondi comuni d'investimento e ETF

        Il Tuo discorso lo ritengo ragionevole in molte parti, Filippo. In altre avrei da ridire, come, solo per esempio, sulla possibilità che fondi o ETF possano fallire, essendo il patrimonio di ciascun fondo segregato rispetto alle sorti della SGR che Tu paventi…ma sono opinioni personali. Ma commento per sottolineare come il problema di fondo ritengo sia un altro: la “messa a terra” per la maggior parte dei Risparmiatori delle regole comportamentali per diventare buoni Investitori. Non eccellenti. Basterebbe mediamente buoni. Insegnando ad acquistare RISCHIO SPECIFICO come fai nell’articolo allontani l’obiettivo, anziché avvicinarlo (sempre secondo me). Per mettere a terra un buon insegnamento si dovrebbe partire da poche regole e molto semplici. Oltre le 3/5 regole si confondono le idee… e tra queste quella di immettere in portafoglio solo RISCHIO SISTEMICO (tipicamente ETF e fondi) ritengo sia quella più importante. Quella che permette di fare meno danni alla stragrande maggioranza dei Risparmiatori che purtroppo, in Italia, hanno una educazione finanziaria da asilo. Non sempre l’efficienza si ricerca solo diminuendo i costi…

        2016/12/02 at 3:39 pm
        • From Enrico Filippucci on Falsi miti del risparmio gestito, fondi comuni d'investimento e ETF

          Grazie per il commento Fulvio. Tanto per essere chiari, non insegno ad acquistare rischio specifico, ho solo messo in evidenza che quando si investe bisognerebbe analizzare tutte le alternative disponibili e tutti i rischi, e soprattutto non fidarsi ciecamente delle semplificazioni di parte. Come chiedere all’oste se il suo vino è genuino.

          Io non consiglio nessun investimento, non vendo niente e non ho secondi fini. Ho fatto alcuni esempi di valutazione del rischio e ho messo in evidenza che c’è molta informazione di parte e c’è anche molta disinformazione nel modo finanziario.

          Hai correttamente allegato il tuo profilo Linkedin dove si vede che vendi fondi, e quindi hai un potenziale conflitto di interesse. Ovviamente consigli di investire in Fondi e ETF sempre e comunque, ma questo è il tuo mestiere e mi meraviglierei se dicessi il contrario.

          Purtroppo, la teoria in campo finanziario è una cosa e la realtà, alcune volte, è un’altra cosa. Ti faccio solo un esempio, ma ce ne sono molti altri:

          Tra il 2000 e il 2007, le banche Islandesi crearono vari fondi monetari, quindi teoricamente i più sicuri.
          Si verificarono alcune anomalie, tra cui le variazioni anomale nei rendimenti dei fondi monetari, la Kpmg e altre società fecero molte verifiche ma non trovarono nulla di sbagliato. Le agenzie di rating alzarono il livello delle Banche Islandesi a tripla A.

          In realtà le banche Islandesi avevano creato con i fondi monetari un classico schema Ponzi e, alla fine del 2008, le banche Islandesi collassarono e molte famiglie persero i loro risparmi.

          2016/12/02 at 4:46 pm
  • From Andrea Torti on Linkedin ha un problema che cerca di nascondere?

    “Forse il problema più grosso che ha Linkedin è che ormai solo il 22,7% dei suoi utenti lo utilizza almeno una volta al mese”.

    Un dato sicuramente preoccupante, che forse si spiega con l’attenzione sempre crescente di LinkedIn per il lato business, forse a scapito degli utenti “comuni” – e non è un caso che molti di questi ultimi si stiano rivolgendo ad altre piattaforme, tra cui ad esempio la startup spagnola beBee…

    2016/10/31 at 4:14 pm
  • From Andrea Cinini on Fai un checkup al tuo profilo professionale su Linkedin!

    Chiarissimo, grazie.

    2016/10/29 at 1:47 am
  • From Antonio Buccarelli on I leader politici italiani che comunicano meglio

    Non intendevo lo stile ma il contenuto infatti, credo si possa essere arrabbiati ma poi la comunicazione dovrebbe essere razionale e oggettiva, non impulsiva, purtroppo la maggior parte degli utenti non hanno il tempo, la voglia e forse nemmeno la competenza per distinguere se la comunicazione e’ davvero oggettiva e non parziale…

    2016/10/26 at 8:04 pm
  • From Antonio Buccarelli on I leader politici italiani che comunicano meglio

    Sono sostanzialmente d’accordo, bisognerebbe sottolineare meglio che la comunicazione populista come quella di Salvini non è vera comunicazione, mi pare sia piuttosto chiacchera nel senso heideggeriano del termine…

    2016/10/26 at 7:30 pm
    • From Enrico Filippucci on I leader politici italiani che comunicano meglio

      Grazie per il commento Antonio, non credo esista uno stile comunicativo populista. Il populismo secondo me nasce dai contenuti non dalla forma. Ad esempio, non credo che chiunque comunichi in modo “arrabbiato” sia necessariamente populista.

      2016/10/26 at 7:43 pm
  • From Mauro Ferrari on I migliori spin doctor e professionisti di comunicazione politica

    Valuta se entro in classifica
    Grazie

    2016/10/12 at 2:42 am
    • From Enrico Filippucci on I migliori spin doctor e professionisti di comunicazione politica

      Buongiorno Mauro,
      da quello che ho letto mi sembra che tu abbia lavorato come consulente politico nelle campagne elettorali di sindaci in comuni di medie dimensioni. Fammi sapere se avessi lavorato anche per politici a livello nazionale o di grosse regioni o di grandi città.

      Ti ho risposto anche per email.

      Grazie
      Enrico

      2016/10/13 at 11:54 am
  • From Antonio on Brexit, ora che fare? Diventiamo tutti paradisi fiscali?

    In Italia è difficile che si cambi, la mentalità e’ dura a mutare, la Germania, mi sembra siamo tutti d’accordo non ha interesse a cambiare, Hollande ha i suoi problemi con le riforme interne. La vedo dura…

    2016/09/30 at 6:16 pm
  • From luisa benetti on Su Linkedin si deve restare professionali? Cosa si può fare?

    Buongiorno ringrazio infinitamente chi condivide il proprio pensiero con tutti …

    Condivido il pensiero del Sig. Roberto Quadrini “Una rete sociale consiste in un qualsiasi gruppo di individui connessi tra loro da diversi legami sociali. Per gli esseri umani i legami vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari.”.

    Condivido anche con il Sig. Enrico Filippucci “Pier Paolo, hai ragione, ognuno sulla sua home page fa quello che gli interessa, nelle rispetto delle regole e delle leggi. … se vuoi postare la tua foto in costume o la foto del tuo cane, sono affari tuoi.”.

    Concordo anche il pensiero del sig. Renato Vitolo:
    “Recentemente mi sono accorto che, al fine di silenziare il flusso di aggiornamenti contenenti donne seminude, frasi razziste/sessiste, argomenti deliberatamente provocatori e non informativi, e’ sufficiente premere Unfollow sul profilo della persona che promuove tali contenuti che trovo (a mio avviso ed ai miei fini) irrilevanti ed non interessanti. In tal modo uno non e’ neanche costretto ad eliminare tale profilo dai propri contatti. Silenzio=pace :)
    Ed infine ringrazio anch’io per l’articolo, che ho trovato molto utile ed istruttivo….”

    2016/09/29 at 11:36 am
  • From Mario Pertone on Blockchain: dalla democrazia digitale alla dittatura dei robot

    Dopo il successo di Bitcoin, la prima criptovaluta introdotta anni or sono da un matematico con il nickname di Satoshi Nakamoto (oggi conosciamo l’identità dell’inventore australiano), basata sul concetto della blockchain, sono proliferate numerose altre monete virtuali (criptovalute) in ogni parte del mondo.

    Una delle caratteristiche strutturali delle criptovalute consiste nell’emissione di un numero predeterminato di “monete”. Bitcoin aveva un limite di emissione prefissato di 2.100.000 coins.
    Partendo da un valore iniziale di pochi centesimi di dollari, in un tempo relativamente breve, il valore di Bitcoin raggiunse un picco di valore unitario di circa 1200 dollari, per poi stabilizzarsi sul mercato intorno ai 500 dollari in base al rapporto tra domanda ed offerta.

    Sulla base del successo di Bitcoin, tra le numerose altre iniziative, nel novembre 2014 è iniziata la progressiva emissione della criptovaluta attualmente più ambiziosa, Onecoin, che ha programmato un limite di emissione di addirittura 2.100.000.000 coins.

    In pochi mesi Onecoin ha raggiunto un livello di emissione di oltre 860.000.000 di coins ed il loro valore è salito da pochi centesimi fino a raggiungere l’attuale valore unitario di circa 7 euro, raggiungendo una capitalizzazione di circa 6.000.000.000 di euri, seconda solamente a Bitcoin che è a livello di circa 8.500.000.000 euro.

    Una tra le più recenti ed ambiziose criptovalute, peraltro ancora in fase di avvio, è Swisscoin. Frattanto Onecoin, che ancora non è diffusa sul mercato, sta per adottare una propria nuova blockchain ulteriormente perfezionata sia come struttura, come anche sotto il profilo della sicurezza degli scambi.

    Non vi è dubbio che con lo sviluppo progressivo e la diffusione delle blockchains, stiamo entrando (o provando ad entrare) in una nuova era non solo nel campo della finanza globale tramite le cryptocurrencies, ma anche in una nuova forma di possibile sviluppo ed evoluzione dei principi di una democrazia partecipata.

    2016/09/24 at 12:16 am
    • From Enrico Filippucci on Blockchain: dalla democrazia digitale alla dittatura dei robot

      Ciao Mario,
      grazie per le informazioni che hai aggiunto. Come ho già spiegato nel mio articolo sull’investimento in bitcoin, che trovi qui nel sito e in un link all’inizio di questo articolo, non c’è nessuna garanzia che il valore di queste valute salga. Siamo nel campo della pura speculazione, senza nessuna possibilità di ipotizzare un fair value. Anche se il database è difficile da manipolare la quotazione è facilmente manipolabile.

      Il moltiplicarsi di queste crypto valute, teoricamente dovrebbe diminuirne il valore. Probabilmente molte sono destinate a essere solo meteore che splendono per pochi mesi o anni nel panorama finanziario. Comunque, questi nuovi “cercatori d’oro”, stanno portando tanta innovazione.

      Chi volesse rispondere a questo mio commento lo faccia nel mio articolo sul bitcoin, in questo articolo le cyber valute non sono il centro della discussione

      2016/09/26 at 12:45 pm
  • From Andrea Torti on Il terremoto è prescritto, vogliamo gli eroi.

    Può essere che sentir parlare di finanziamenti e di complesse vicende legali/burocratiche scoraggi molti lettori – d’altra parte, occuparsi anche di queste notizie, esposte in modo più “arido” rispetto alle gesta del pompiere o del gattino, è un piccolo sforzo che va fatto, nel nostro stesso interesse.

    2016/09/04 at 11:48 am